Venerdì prossimo sarà il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e, come accade da alcuni anni, sarà una giornata di lotta. Non Una di Meno, infatti, ha organizzato un corteo nazionale il 26 novembre a Roma e un’assemblea nazionale che si svolgerà il giorno successivo, domenica 27 novembre. Ma a Bologna la mobilitazione arriverà prima, il 25 stesso, con un’iniziativa itinerante.

Le ragioni per mobilitarsi nella Giornata contro la violenza alle donne non mancano. Dai femminicidi, che anche nel 2022 hanno superato le 100 unità e che si sono mostrati particolarmente efferati anche nei nostri territori, agli attacchi del governo Meloni all’autodeterminazione, fino alla solidarietà con la rivoluzione delle donne iraniane. Senza trascurare la guerra in Ucraina, le cui conseguenze vengono pagate in primo luogo proprio dalle donne.

Giornata contro la violenza alle donne, da Bologna a Roma tre giorni di mobilitazione

Non Una di Meno Bologna anticiperà il corteo nazionale di sabato con una mobilitazione anche venerdì 25 novembre.

«Faremo una passeggiata contro la violenza maschile sulle donne e di genere – spiega ai nostri microfoni Athena, attivista di Nudm Bologna – partendo dal presidio indetto contro le molestie in università».
Tra gli appuntamenti di venerdì, infatti, c’è il presidio promosso in Strada Maggiore da La Mala Educaciòn, che leggerà in piazza la lettera delle studentesse che hanno denunciato molestie e violenze di un docente universitario, recentemente condannato.

La violenza contro le donne e di genere si manifesta anche nei continui attacchi contro l’autonomia delle donne. Se il reddito di libertà, recentemente introdotto, non è sufficientemente finanziato, l’autodeterminazione viene compromessa anche dagli attacchi al diritto all’aborto. Formalmente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato di non voler cancellare la legge 194, ma la nomina di Eugenia Maria Roccella al Ministero di Famiglia, Natalità e Pari Opportunità non lascia presagire nulla di buono. «Meloni e le destre – osserva Athena – sanno benissimo che la 194 è già una legge al ribasso che permette di ostacolare l’accesso all’Ivg. Daranno finanziamenti alle associazioni Pro-Life e antiabortiste e la cosa ci preoccupa molto».

L’attenzione delle attiviste femministe e transfemministe bolognesi e italiane, però, travalica i confini e guarda da un lato agli Stati Uniti, con la sentenza della Corte Suprema che ha cancellato l’aborto dai diritti federali, e dall’altro alla rivoluzione che le donne iraniane stanno portando avanti da oltre due mesi, dopo l’uccisione di Mahsa Amini da parte della polizia morale iraniana. «Siamo in contatto con le compagne iraniane, che saranno presenti a Roma – riferisce l’attivista – ma non solo: stiamo costruendo insieme a loro le lotte».

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