La cronaca di questi giorni passa molto dalle corti giudiziarie. Ma se la Corte costituzionale ha bocciato i quesiti referendari su eutanasia e cannabis, il Tar di Bologna ha dato ragione a Potere al Popolo (PaP) per il ricorso sulla mancata nomina di un proprio consigliere nel Consiglio del Quartiere San Donato-San Vitale.
Ma se l’esito era scontato, perché tra la consigliera di Forza Italia nominata e il consigliere di PaP c’erano ben 183 voti di scarto alle ultime elezioni amministrative, la forza politica continua a puntare il dito sul Comune, che avrebbe potuto risolvere la questione senza il ricorso al tribunale amministrativo e ora viene condannato.

Il Tar dà ragione a PaP, che punta il dito sul Comune

«Stefano Cimato nominato consigliere eletto nel Consiglio di Quartiere San Donato–San Vitale, in sostituzione della candidata di Forza Italia, annullati tutti gli atti del Consiglio adottati dall’organo illegittimo, il Comune di Bologna condannato a pagare le spese di giudizio». È in queste poche righe che PaP riassume la sentenza del Tar che gli dà ragione. Una sentenza di cui era certo, «perché sappiamo bene che 1418 voti sono maggiori dei 1235 di Forza Italia» e che ora provoca l’annullamento di tutti gli atti deliberati dal Consiglio illegittimo, compreso il parere del Quartiere sul Bilancio. «Di questa responsabilità si dovrà ora far carico il Comune».

È proprio sul Comune che PaP punta il dito. «Era il Comune a dovere risolvere l’errore – insiste la forza politica – Cosa che non ha voluto fare per quella che riteniamo un’arrogante ostinazione del sindaco, oltre che del consigliere anziano che ha convocato il primo Consiglio, pur sapendo che l’esclusione del candidato di Potere al popolo era sbagliata. Crediamo che questa ostinazione sia stata dettata dal considerare che fosse un problema di una forza politica minore, mentre abbiamo sempre sostenuto che il palese torto subito da Potere al Popolo sia stato anche al funzionamento stesso della democrazia del Quartiere e della città e che siano state violate le regole democratiche, al fine di approvare il Bilancio Comunale il più in fretta possibile, visto anche il denaro che sta arrivando con il Pnrr».

Ora Palazzo D’Accursio è stato condannato a pagare le spese di giudizio e «i suoi atti trasmessi alla Corte dei Conti per valutare un possibile danno erariale», commenta la lista in una nota. «Immaginiamoci se quello che è successo a noi fosse capitato ad altri che magari non hanno accesso a persone esperte di diritto o non hanno una base di mobilitazione come l’abbiamo noi», osserva ai nostri microfoni Riccardo Rinaldi di PaP.
In ogni caso, per festeggiare la vittoria, Potere al Popolo si troverà domani alle 18.30 al Vecchio Son, il centro musicale gestito proprio da Stefano “Steno” Cimato e lì discuterà anche i prossimi passi.

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