Elezioni Argentina.

L’America Latina in queste settimane è protagonista della cronaca internazionale. Molti, infatti, sono i fronti aperti nel subcontinente americano. Dalle proteste e relativa violenta repressione in Cile, a quelle di segno opposto in Bolivia. Fino alle elezioni di domenica prossima, 27 ottobre, in Argentina, un Paese piegato dalla crisi economica.
Proprio quest’ultimo Paese, negli ultimi anni, ha però giocato un ruolo da protagonista nel movimento femminista globale. Ni Una Menos in Argentina è una realtà numerosa e forte che si batte contro politiche di controllo e repressione del corpo della donna.

In questa chiave è più facile comprendere l’iniziativa FeminIndex, sito online creato dal collettivo di esperte ed attiviste di economia feminista. A darne notizia in Italia è stata l’Agenzia di stampa Dire e, in particolare, il giornalista Vincenzo Giardina.
“L’idea è nata con l’approssimarsi delle elezioni, presidenziali, legislative e provinciali, in programma domenica – scrive il giornalista – All’indirizzo Feminindex.com sono ricostruiti i profili di tutti i candidati, aggiornati sulla base delle loro dichiarazioni su diritti delle donne e ‘agenda’ di genere”. Parole, promesse, minacce e pure “frasi macho” catalogate e contestualizzate con grafici shock: in Argentina l’aborto resta illegale e ogni cinque minuti un’adolescente diventa madre.

La homepage del sito FeminIndex.com

A fronte di una crisi economica che morde, con un reddito femminile inferiore del 27% rispetto alla media nazionale, sette poveri su dieci sono donne. L’idea di FeminIndex è quindi quella di favorire un cambiamento nella direzione della parità di genere. Un obiettivo che le esperte del collettivo perseguono con dati e informazioni, sottoponendo questionari ai candidati o in caso di mancate risposte citando le loro dichiarazioni pubbliche.

L’Agenzia Dire riporta nel dettaglio gli ambiti di indagine del sito: dai diritti sessuali e riproduttivi all’economia femminile, dall’agenda Lgbtttiq+ alla partecipazione politica. Uno spazio a sè ha poi la “violenza machista”, con maglie nere indossate da un candidato dopo l’altro: al senatore Miguel Angel Pichetto, che se la prende con le donne che “se ne stanno a bere il tè e poi vanno in pensione come lavoratrici domestiche senza pagare contributi”, risponde il governatore Juan Manuel Urtubey, innamorato della moglie al punto da dire: “Dove brilla di più è la casa, è un’ottima casalinga”.
Il sito femminista, però, non si limita alle denunce ma avanza anche delle proposte. Come il sostegno al progetto di legge per l’aborto “libero e sicuro” dopo lo stop imposto in extremis dal Senato lo scorso anno. Ma anche i corsi di educazione sessuale nelle scuole e la gratuità dei prodotti per l’igiene mestruale.
“L’impegno – sottolinea Giardina – è andare al di là delle etichette su neoliberalismi e populismi associate al presidente Mauricio Macri e al suo sfidante (favorito) Alberto Fernandez“. Molto meglio le pagelle candidato per candidato: voti da uno a sei, pallini rossi, gialli o azzurri, con promossi e bocciati in educazione sessuale e diritti riproduttivi.

ASCOLTA L’INTERVISTA A VINCENZO GIARDINA: