CLAUDIO SUCCI: Educazione finanziaria on-air. Approfondimenti di economia a cura della Banca Di Credito Cooperativo Felsinea.
ALESSANDRO CANELLA: Rieccoci a educazione finanziaria on air questa rubrica che vi guida all’interno del mondo della finanza. Stiamo parlando in queste puntate di assicurazioni e lo stiamo facendo con Martina Calzoni di BCC Felsinea buongiorno
MARTINA CALZONI: Buongiorno buongiorno.
ALESSANDRO CANELLA: Allora Martina continuiamo il nostro viaggio appunto nel mondo delle assicurazioni e oggi parliamo di assicurazioni per le aziende, giusto?
MARTINA CALZONI: Sì, proprio così. Oggi tocchiamo un argomento molto tecnico ed un mondo molto complesso. Ci concentreremo sulle piccole aziende, visto che è questo l’ambito dove occorre far sì che ci sia cultura assicurativa, diciamo, perché le grandi realtà aziendali hanno funzioni dedicate ed attenzioni elevate su questo argomento, spesso si avvalgono di broker assicurativi specializzati. Iniziamo col dire che un’indagine condotta da ANIA che è l’Associazione Nazionale Delle Imprese Assicuratrici, su un campione di 2295 imprese, fino a 250 addetti, rileva che in Italia le piccole e medie imprese hanno una minore percezione e sensibilità dei rischi e assicurarsi viene visto come un costo e non come un investimento. Il 33% del totale delle piccole e medie imprese non si è assicurato contro i danni a terzi e il 60% non è assicurato contro i furti. Quasi tutte le piccole e le medie aziende, il 90% circa, ignorano i rischi ambientali. È stata rilevata un’ampia sottoassicurazione dei contratti esistenti, quindi uno dei punti di vista più deboli in ambito assicurativo è quindi rappresentato dalla sottoassicurazione delle micro e piccole imprese, che contribuisce a aumentare il loro rischio di default rispetto ai competitors internazionali. Quando si parla di sottoassicurazione si intende che non tutte le imprese sono assicurate e quelle assicurate non lo sono per tutto il necessario, prioritariamente l’incendio e la responsabilità civile verso terzi.
ALESSANDRO CANELLA: Quindi Martina, quali sono i vantaggi di un’azienda ben assicurata?
MARTINA CALZONI: Per un’impresa essere adeguatamente assicurata significa maggiore sicurezza per i partner di business, garantire quindi continuità alla produzione e alla redditività, maggiori credenziali per i partner finanziari, avere sempre accesso al credito e ai servizi finanziari, e maggiore fiducia verso i dipendenti. Eventi imprevisti non potranno mettere in discussione il futuro dell’impresa. I dati dell’Osservatorio Mediobanca sulla diffusione del risk management nelle imprese italiane dicono che le imprese che gestiscono correttamente i rischi hanno risultati migliori: le performance economiche migliorano mediamente del 20% circa. Le imprese che gestiscono il rischio hanno potenzialmente più facile accesso al credito e le imprese che gestiscono correttamente il rischio possono liberare risorse economiche da investire nell’azienda evitando di accantonarle a riserva.
ALESSANDRO CANELLA: Quali sono i principali rischi che un’azienda dovrebbe valutare?
MARTINA CALZONI: Intanto iniziamo col dire che non esiste azienda senza rischio. Ogni evento inatteso, che sia interno o esterno, può avere ripercussioni critiche, tali a volte da mettere in gioco la sopravvivenza stessa dell’impresa, soprattutto in momenti economicamente difficili. L’imprenditore deve quindi attentamente e prioritariamente valutare quei rischi che possono compromettere la continuità aziendale, attuare tutte le azioni possibili per prevenirli e assicurarsi un’adeguata copertura assicurativa che possa intervenire laddove l’impatto sia effettivamente grave. I piccoli rischi che non compromettono la continuità produttiva possono essere anche autogestiti in un’ottica di miglior rapporto costi-benefici. Questo approccio aiuta ad affrontare la spesa assicurativa per ciò che serve realmente, evitando quindi inutili sprechi e nella corretta misura in termini di franchigie massimali. Le coperture assicurative consentono di trasformare il rischio in valore e grande o piccolo che sia a sinistro è sempre un danno. Quindi attenzione, la responsabilità non è solo un fatto morale ma proprio una questione sostanziale, i dipendenti vanno protetti.
ALESSANDRO CANELLA: Facciamo qualche esempio di rischi per l’impresa?
MARTINA CALZONI: Ovviamente dipende molto da azienda ad azienda e dal settore di appartenenza. Diciamo che in generale la gestione del rischio parte da un’analisi approfondita del ciclo di vita dell’impresa, nell’ambito del quale solitamente vanno valutati prioritariamente alcuni rischi indispensabili da coprire. Parlo di incendio, responsabilità civile verso i dipendenti, responsabilità civile verso terzi, l’RC professionale, la responsabilità civile per specifici prodotti. Poi da valutare furto, cristalli, elettronica, assistenza e i nuovi rischi che oggi più che mai è importante valutare e di coprire, come il cyber risk, gli attacchi ai sistemi informatici dagli hacker per esempio, i rischi ambientali, naturali e climatici. In ultimo da valutare anche le garanzie in caso di decesso e di invalidità in capo ai cosiddetti uomini chiave, quelle persone come amministratori, soci o figure apicali ritenuti indispensabili per la continuità del business aziendale.
ALESSANDRO CANELLA: Ok, prima ci hai parlato di franchigie, ecco, riusciamo a spiegare in modo semplice questi termini che a volte diamo per scontati ma che proprio chiari non sono?
MARTINA CALZONI: Hai ragione, hai ragione. Citiamo due parole ricorrenti nel mondo delle assicurazioni che è utile sapere. Nei contratti assicurativi vi sono importi di cui il cliente si può far carico in caso di sinistro, per ridurre il premio. Se si parla di franchigia si intende una somma fissa di denaro a carico dell’assicurato. Se si parla invece di scoperto si intende una quota variabile da sottrarre in forma percentuale sull’importo del danno accertato indennizzabile.
ALESSANDRO CANELLA: Ecco, prima hai parlato anche di uomini chiave dell’azienda.
MARTINA CALZONI: Sì, i cosiddetti key-men. Il capitale più importante in ogni azienda è rappresentato dalle risorse umane, cioè il capitale umano. Alcune di queste possono essere difficilmente sostituibili in virtù della funzione strategica svolta all’interno dell’azienda stessa. Si tratta di un valore da considerare al pari dei macchinari, dei risparmi accumulati e degli investimenti finanziari intrapresi, un asset finanziario senza il quale non si possono raggiungere gli obiettivi aziendali. Il capitale umano, soprattutto nelle società meno strutturate, è il vero motore della capacità di competere in un’azienda e andrebbe quindi assicurato anche per garantire la continuità dell’azienda stessa nei casi più gravi, come il decesso e l’invalidità permanente grave. Nel gergo assicurativo, assicurare il capitale umano significa proprio sottoscrivere polizze key-men.
ALESSANDRO CANELLA: Come calcolare il valore di questi uomini chiave?
MARTINA CALZONI: Per rendere bene l’idea dell’importanza del key-man vale la pena porsi alcune domande. Cosa accadrebbe ai piani aziendali se quella persona dovesse mancare? Quale sarebbe complessivamente il danno arrecato alla continuità aziendale dalla perdita del key-man? Quali costi dovrebbe sostenere l’azienda per trovare il profilo adeguato che sia in grado di salire a bordo e sostituire in poco tempo l’uomo chiave? Quali sarebbero i contraccolpi gestionali e finanziari per il business? Ecco, rispondendo a queste domande si può calcolare il valore da assicurare.
ALESSANDRO CANELLA: Perfetto io Martina ti ringrazio e ci diamo appuntamento a una prossima puntata di educazione finanziaria on-air.
MARTINA CALZONI: Grazie a voi e alla prossima!