Dopo l’elezione di Stefano Bonaccini al Parlamento europeo e le sue dimissioni da presidente della Regione Emilia-Romagna, iniziano a delinearsi i percorsi e i candidati verso le elezioni regionali.
Il Pd ha individuato il candidato che guiderà la coalizione di centrosinistra. Si tratta del sindaco di Ravenna Michele De Pascale, che ha vissuto sotto i riflettori e ha acquisito notorietà anche grazie all’alluvione del 2023. A destra, invece, non c’è l’ufficialità, ma l’insegnante ed ex sottosegretaria Elena Ugolini ha lanciato la sua candidatura civica e occorrerà vedere se meloniani, leghisti e forzisti convergeranno sul suo nome.
Elezioni regionali, la sinistra verso una lista unitaria?
Ma cosa succede a sinistra del centrosinistra? Dopo l’esperienza de L’Altra Emilia-Romagna con il consigliere Piergiovanni Alleva, la sinistra radicale ha saltato un giro in viale Aldo Moro. Lo sbarramento presente anche nella legge elettorale regionale rappresenta comunque uno scoglio per forze politiche che, negli ultimi appuntamenti con le urne, hanno faticato a superare complessivamente il 4%.
Forse anche sull’esempio del Nouveau Front Popoulaire in Francia, in Emilia-Romagna la sinistra, o almeno una parte, sembra intenzionata a intraprendere un percorso unitario.
In questo senso vanno due appelli diffusi a distanza ravvicinata la settimana scorsa. Da un lato, Potere al Popolo ha lanciato una «proposta di rottura per l’Emilia-Romagna», mentre Rifondazione Comunista ha parlato di «una lista unitaria della sinistra alternativa ai poli esistenti».
Entrambe le forze politiche esprimono una forte critica alla gestione di Bonaccini e cercano di costruire un soggetto politico che possa rappresentare un’offerta diversa e alternativa sia al centrosinistra che ovviamente alle destre.
Potere al Popolo e il percorso «di rottura»
«Esattamente come 5 anni fa, vediamo che non c’è una vera opposizione al sistema di potere del Pd – osserva ai nostri microfoni Riccardo Rinaldi di Potere al Popolo – Abbiamo visto un paio di settimane fa la foto, scattata proprio a Bologna, che benediva il Campo Largo, è ovvio che noi in quella foto non ci siamo e non potevamo starci per la nostra storia e il nostro percorso».
Potere al Popolo rinvendica l’opposizione al modello di sviluppo dell’Emilia-Romagna incarnato da Bonaccini con il Patto per il Lavoro e per il Clima, che per la forza politica rappresentava solamente green washing e l’esclusione dei sindacati di base dai tavoli delle trattative, e con l’Autonomia Differenziata, che lo stesso Bonaccini ora disconosce dopo averla promossa.
Quanto al percorso verso le elezioni regionali, Potere al Popolo si immagina un percorso che, prima di parlare di nomi e simboli, parli di temi e punti politici.
«Prima ancora che ragionare sulle alleanze – osserva Rinaldi – ci stiamo confrontando con tutte quelle realtà, associazioni e comitati di lotta che abbiamo incrociato o con cui abbiamo portato avanti delle battaglie negli ultimi anni per ragionare su quali bisogni e quali esperienze possiamo portare all’interno di quella che sarà la campagna politica per le regionali».
Potere al Popolo precisa che gli scogli rappresentati dalle soglie di sbarramento e dalla raccolta di firme non possono prescindere da una visione e un progetto politico».
ASCOLTA L’INTERVISTA A RICCARDO RINALDI:
Rifondazione Comunista e l’unità di alternativa ai poli esistenti
«Dopo un decennio di presidenza Bonaccini in cui si è compiuta la completa omologazione della nostra regione al liberismo». È questa l’analisi della situazione politiche che fa Rifondazione Comunista in Emilia-Romagna. Una critica che viene declinata su molti tempi, dalla sanità tagliata e privatizzata al consumo di suolo, dalla realizzazione di nuove autostrade ai beni comuni messi al servizio del mercato. Fino all’Autonomia Differenziata per la quale anche Rifondazione Comunista attribuisce responsabilità a Bonaccini.
«Vogliamo coinvolgere quei partiti e quelle realtà che in questi anni hanno esercitato forme di conflittualità alle politiche regionali, spesso rimanendo inascoltate», sottolinea il partito.
Di qui l’appello per «una proposta politica alternativa ai poli politici esistenti, da costruire con tutte le forze politiche e sociali della sinistra attive su base regionale e locale e disponibili alla costruzione di una lista unitaria».
Rifondazione negli ultimi giorni ha mostrato disponibilità a partecipare a battaglie costituzionali, come quella sul referendum contro l’Autonomia Differenziata, ma la gestione dell’amministrazione del territorio «è un’altra cosa», sottolinea ai nostri microfoni Stefano Lugli, segretario regionale del Prc.
Con una lista unitaria, secondo Lugli, ci sarebbe la forza anche di superare lo scoglio dello sbarramento: «Basta guardare al crescente astensionismo, lo spazio politico c’è e se si ha l’intelligenza e la lungimiranza di costruire una proposta politica attenta ai nostri temi penso che ci si possa riuscire. Anzi si deve riuscire, perché non ci possono essere altri cinque anni senza una voce critica dentro il Consiglio regionale».
ASCOLTA L’INTERVISTA A STEFANO LUGLI: