In un triste copione che si ripete, in Italia si registrano nuovi danni, ma soprattutto nuovi morti in seguito alle precipitazioni atmosferiche. Questa volta lo scenario peggiore è la Toscana, dove cinque persone hanno perso la vita, ma problemi e danni si registrano anche altrove.
Nell’Emilia-Romagna colpita dall’alluvione del maggio scorso il problema principale è rappresentato dal Santerno, esondato in corrispondenza dell’autodromo di Imola. Esondazioni, frane, alberi caduti e scuole chiuse e persone sfollate in via precauzionale, però, si registrano su tutto il territorio, da Piacenza a Ravenna.
Il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici è fermo al Ministero e già vecchio
Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha fatto sapere che il Cdm sta per dichiarare lo stato di emergenza per la Toscana. Il problema, però, è che nell’Italia del 2023 gli stati di emergenza per i danni metereologici si rincorrono e il governo non sembra avere una strategia per fronteggiare la situazione.
«Secondo i dati dell’European Severe Weather Database, in Italia nelle ultime 72 ore si sono verificati 60 eventi estremi – osserva ai nostri microfoni il parlamentare dei Verdi Angelo Bonelli – Questi eventi estremi aumentano sempre di più e dall’inizio dell’anno abbiamo avuto 18 miliardi di euro di danni».
Di fronte all’evidenza della crisi climatica, per Bonelli, il governo Meloni appare ideologico e inadeguato a fronteggiare la situazione. «Lo abbiamo visto nella manovra economica – sottolinea l’esponente dei Verdi – dove c’è l’obbligo di un’assicurazione per gli eventi calamitosi per deresponsabilizzare il governo dell’attuare le necessarie e urgenti politiche sul clima».
Per contro, l’esecutivo vuole trasformare l’Italia in un hub del gas, taglia i fondi al clima, al trasporto pubblico e alla difesa del suolo, mentre stanzia 12 miliardi per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina.
Nell’agosto scorso, però, è terminato l’iter preliminare del Pnacc, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin allora aveva affermato che il piano sarebbe stato adottato attraverso un decreto, ma non se ne è saputo più niente.
«Il piano è fermo al Ministero – fa sapere Bonelli – Il problema è che questo piano, una volta che sarà firmato il decreto, sarà già vecchio, perché è un piano basato su una bozza del 2018 e con questi nuovi eventi meteorologici estremi sono saltati tutti i modelli di previsione».
Ciò che invece secondo i Verdi sarebbe necessario e urgente è l’approvazione di una legge sul clima, il cambiamento della politica energetica con l’abbandono delle fonti fossili, responsabili della crisi climatica, fermare il consumo di suolo e approvare subito la legge sulle comunità energetiche, anch’esso bloccato al Ministero.
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANGELO BONELLI: