Sono molte le misure impopolari del governo Draghi, dallo sblocco dei licenziamenti alle pensioni, dalla riforma fiscale che avvantaggia solo il ceto medio-alto alla messa in discussione del reddito di cittadinanza. Eppure l’esecutivo vive un clima favorevole, da un lato creato ad arte da quasi tutti i quotidiani che lo incensano acriticamente, dall’altro dettato dalle restrizioni alle manifestazioni di protesta adottate a causa della risalita dei contagi.
Nonostante ciò tutti i sindacati, da quelli confederali a quelli di base, provano a manifestare la loro contrarietà alle politiche del governo e le mobilitazioni si concentrano in questa settimana.
La manovra del governo Draghi non piace ai sindacati confederali
Si comincia domani, 1 dicembre, quando Cgil, Cisl e Uil daranno vita alla mobilitazione “Una manovra inadeguata” in piazza dell’Unità a Bologna. «L’incontro di ieri con il ministro dell’economia e delle finanze non è andato bene, perché non c’è stato spazio di trattativa» ha sottolineato oggi Luigi Giove, segretario della Cgil Emilia-Romagna. Cgil, Cisl e Uil ritengono inefficace la legge di bilancio per l’anno 2022, frutto di una visione «neoliberista della società» da parte del governo.
Fra le tante fonti di scontento, probabilmente la prima è quella della quota 102, «che prevedendo per il 2022 come requisito anagrafico minimo di accesso i 64 anni, è una misura che testimonia una non volontà di metter mano seriamente alla Legge Fornero». Proprio da questo nasce l’iniziativa di domani, che va considerata come la prima di una serie a livello nazionale: «continueremo fino a quando non otterremo risposta» ha affermato Giuliano Zignani, segretario della Uil Emilia-Romagna e Bologna Deleghe.
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIOVE, ZIGNANI E PIERI:
“No Draghi Day”, la mobilitazione di sindacati di base e conflitturali
Il 4 dicembre, invece, si terrà il “No Draghi Day”, organizzato a livello nazionale dai sindacati di base e conflittuali, che a Bologna vedrà un appuntamento alle 10.00 in piazza de l’Unità organizzato da Cobas, Adl, Sgb, Si Cobas, Usb e Usi-Cit.
Nella piattaforma alla base della mobilitazione troviamo la contrarietà alle misure economiche, ma anche quella ai licenziamenti, alle privatizzazioni, alle delocalizzazioni e all’aumento delle bollette.
Per contro, i sindacati di base e conflittuali sostengono la necessità di investimenti pubblici nei settori-chiave della vita sociale, come sanità, scuola e trasporti. Tutti ambiti colpiti dalla pandemia e per i quali il governo Draghi non ha adottato provvedimenti significativi.
Il “No Draghi Day” avanzerà anche altre rivendicazioni, come l’aumento dei salari e delle pensioni e la giustizia climatica e sociale.
«L’appuntamento è in piazza de l’Unità – spiega ai nostri microfoni Massimo Betti di Sgb – poi il nostro intento è di muoverci in corteo fin sotto Confindustria, che è il nostro nemico di classe».
Gli organizzatori della manifestazione hanno espresso critiche alla direttiva Lamorgese, recepita poi da un’ordinanza della Prefettura di Bologna, che vieta le manifestazioni nel centro storico delle città. «Noi siamo contro ogni limitazione alle manifestazioni politiche e sindacali – osserva Betti – Faccio notare che mentre si impedisce ai lavoratori di manifestare, lo si garantisce per le cerimonie religiose».
ASCOLTA L’INTERVISTA A MASSIMO BETTI: