Erano rientrate nell’ex vivaio di via della Certosa venerdì scorso, dopo lo sgombero del maggio 2023 che aveva interrotto le trattative in corso. Questa mattina, però, le forze dell’ordine si sono presentate per un nuovo sgombero.
Non c’è pace per l’esperienza transfemminista della Vivaia, che aveva riaperto uno spazio abbandonato da tempo di fianco al cimitero monumentale di Bologna.

Sgombero alla Vivaia dopo la nuova occupazione di venerdì scorso

Le forze dell’ordine si sono presentate alle 9.00 e alcune attiviste si sono rifugiate sul tetto dell’edificio a fianco al vivaio, nel tentativo di resistere allo sgombero. In uno spazio verde fuori dal perimetro, poco distante dall’ex vivaio, si è formato un gruppo di solidali.
«Le forze dell’ordine hanno deciso un’altra volta che a Bologna non ci possono essere spazi sociali, transfemministi e queer dove possiamo vivere in modo diverso da quello che ci propone il capitale», osserva ai nostri microfoni Stella, una delle attiviste della Vivaia.

In seguito alla nuova occupazione di venerdì scorso, il Comune di Bologna aveva precisato che non sussiste più da tempo il progetto denunciato dalle attiviste, che prevedeva la costruzione di un parcheggio all’interno del progetto di riqualificazione per l’ammodernamento dello stadio. «Una ipotesi ormai superata da diversi anni – ha commentato Palazzo D’Accursio – La destinazione di quello spazio, che ad oggi è di proprietà di un privato, sarà quella di un giardino pubblico aperto alla cittadinanza».
Dopo l’abbandono per 12 anni e un ulteriore anno passato dallo sgombero del 2023, però, lo spazio versa nelle medesime situazioni di abbandono.

Durante la prima occupazione, la Vivaia aveva raccolto il favore di un gruppo di residenti contenti per la riqualificazione dello spazio in una zona dove, sopratutto per le giovani generazioni, non ci sono molti luoghi disponibili. Il comitato aveva anche svolto un lavoro di mediazione con la proprietà e le istituzioni nel tentativo, rivelatosi poi vano, di trovare un accordo per far restare attiviste e attivisti nello spazio.

ASCOLTA L’INTERVISTA A STELLA DELLA VIVAIA: