Nel corso degli ultimi anni un numero crescente di agricoltori ha cominciato a coltivare in modo più rispettoso per l’ambiente. Lo si può fare grazie anche alla disponibilità di prodotti di nuova generazione, che consentono di aumentare le rese, di migliorare i raccolti, evitando di inquinare il suolo o di utilizzare prodotti dannosi. Tra le innovazioni oggi molto utilizzate è possibile trovare gli induttori di resistenza, nati dalla ricerca in questo settore.

Cosa sono gli induttori di resistenza

Una delle principali problematiche per chi coltiva frutta e verdura è rappresentata da insetti, funghi e agenti patogeni di varia natura. Molte piante possiedono sistemi interni di difesa, che permettono loro di sopportare sia l’attacco da parte degli agenti patogeni esterni, sia gli sbalzi climatici, che negli anni stanno diventando sempre più estreme.

Gli induttori di resistenza sono sostanze che vanno a stimolare questi sistemi di difesa, permettendo alle piante di superare indenni le numerose problematiche che si possono sviluppare nel corso dell’anno. Non solo, grazie all’uso di induttori sempre nuovi e meglio calibrati si riduce anche la necessità di utilizzare insetticidi o fungicidi, attuando le buone pratiche agricole della lotta integrata. Si tratta di un’agricoltura che quindi offre rese elevate, buona qualità dei prodotti, limitando però il ricorso a trattamenti che potrebbero risultare negativi, per gli insetti utili alla coltivazione, per il terreno e per l’ambiente. Se sei interessato alle tipologie di questi e altri prodotti per la protezione dei campi con la lotta integrata, scopri maggiori informazioni online, sui siti delle aziende che li creano.

Come si proteggono le piante

Oggi sono numerosi gli induttori di resistenza disponibili in commercio. Le soluzioni utilizzate in questo ambito sono numerose, alcune dipendono strettamente dal tipo di coltivazione. Il funzionamento degli induttori è abbastanza semplice e comporta una stimolazione delle difese naturali della pianta. Quindi queste soluzioni non sono rivolte a debellare un singolo agente patogeno, ma a rendere una pianta più resistente.

A tale scopo si possono sfruttare diverse tipologie di prodotti, tra cui estratti di alghe o di altre piante, così come microrganismi che favoriscono lo sviluppo dell’apparato radicale, o di altre parti di una pianta.

Le innovazioni degli ultimi anni sono sempre più precise e puntuali, ma ci sono anche induttori che si possono sfruttare in modo più generale in varie tipologie di campi prima dell’effettiva minaccia da parte di diverse tipologie di agenti patogeni.

Lotta integrata e sostenibilità

Ormai da tempo è chiaro a tutti che i vecchi metodi di coltivazione non rientrano sempre nella moderna idea di sostenibilità.

Concimi studiati in modo troppo generico, pesticidi che colpiscono indiscriminatamente qualsiasi insetto o arrivare ad agire sugli animali e l’uomo, prodotti che arrivano nelle falde acquifere, fiumi e mari: in un passato non troppo lontano queste erano le sostanze ampiamente utilizzate in agricoltura.

Oggi si va verso metodi di coltivazione più rispettosi dell’ambiente, come la lotta integrata. Si tratta di ridurre di molto l’uso di sostanze immesse sulle piante, favorendo invece l’inserimento di insetti o microrganismi antagonisti dei principali agenti patogeni, stimolando le piante e sfruttando varie altre tecniche agronomiche più sostenibili.