La disperazione legata alla perdita della casa è qualcosa che i ravennati conoscono purtroppo bene, è ciò che si sono trovati a vivere un anno fa, nei giorni dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna. Alla tragicità della situazione si somma la perdita dei ricordi di una vita. Uno studio fotografico di Ravenna ha però deciso di darsi da fare per salvare il patrimonio fotografico delle famiglie colpite dall’alluvione, restaurando interi album pieni di immagini in modo gratuito. E da questo progetto è nata una mostra.

Oltre 60mila foto recuperate dall’alluvione

La mostra che parte da questo progetto si intitolerà “Ricordi Appesi” perché appunto “appese” sono le foto che vengono messe ad asciugare nel tentativo di recuperarle. In realtà, come ci spiega Maria Laura Argnani, fotografa, le tecniche per restaurare le foto invase dal fango sono tante e complesse. Con il figlio Francesco e il marito Marco Bondi, anch’essi fotografi, hanno fatto ricerche sulle tecniche da utilizzare per recuperare interi album fotografici, alcuni risalenti anche all’Ottocento.

«Sono passate nel nostro negozio persone davvero disperate, il fango non aveva lasciato niente, l’unica cosa salvata? Scatoloni intrisi di fango dove erano deposti album di famiglia», racconta Argnani. Come attività commerciale si sono chiesti cosa potessero fare per aiutare gli alluvionati e da allora hanno salvato oltre 61mila fotografie recuperate da sacchi di fango e lavate una ad una. 

Non hanno ricevuto alcun fondo per il progetto, gli alluvionati hanno portato il materiale e poi i tre fotografi hanno lavato e sterilizzato le fotografie di tasca loro. Al cliente era richiesto solo il pagamento dell’album finale. Tante le sorprese, oltre a quelle riservate dal patrimonio familiare di centinaia di persone. Una su tutte: si conservano meglio le foto analogiche di fine Ottocento e inizio Novecento rispetto a quelle digitali. 
La mostra verrà allestita nel Salone delle Bandiere di Palazzo Manfredi a Ravenna ed è composta da 36 immagini di grandi dimensioni selezionate tra le migliaia. 

ASCOLTA L’INTERVISTA A MARIA LAURA ARGNANI: