Destinare il 5 per mille non significa solo compilare l’apposita sezione presente sul modulo della dichiarazione dei redditi. Certo, questa è l’azione effettuata a livello pratico, ma prima di compierla è necessario mettere in atto un attento processo di valutazione, il quale aiuti a individuare l’ente giusto, ossia quello che si impegna costantemente a portare avanti cause alle quali si tenga davvero.

D’altronde, scegliere a chi devolvere il 5 per mille – se a ONLUS come Medici Senza Frontiere, a enti scientifici, di ricerca, per la tutela dei beni culturali o altro – è un atto di grande responsabilità civile, nonché un’opportunità unica per il contribuente, il quale può decidere la destinazione d’uso di quella piccola quota di IRPEF da lui pagata.

Ma come fare per orientarsi nel vasto panorama delle associazioni no profit? Quali aspetti prendere in considerazione per riuscire a compiere una scelta che sia coerente con i propri valori? Scopriamolo insieme in questo articolo.

A quale settore destinare il 5 per mille

Prima ancora di cominciare a consultare gli elenchi relativi ai possibili beneficiari del 5 per mille, è necessario decidere quale settore sostenere.

Questa quota delle imposte sui redditi può essere destinata a enti e associazioni impegnate in progetti, interventi e iniziative che abbiano un impatto positivo sulla società e sulle comunità, nazionali e internazionali. I settori presenti sul modulo da compilare sono:

  • ONLUS ed enti del terzo settore iscritti al RUNTS;
  • Associazioni ed enti di ricerca scientifica e universitaria;
  • Enti attivi nel settore della ricerca medica e sanitaria;
  • Associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI;
  • Enti attive nel settore della gestione, tutela e promozione di beni culturali e paesaggistici.

Per finire, il contribuente può decidere di destinare la quota al proprio Comune di residenza, il quale si impegna a utilizzarla per finanziare attività sociali.

A chi devolvere il 5 per mille: individuare l’ente giusto

Il secondo passaggio da compiere per destinare a un ente specifico il proprio 5 per mille consiste nel consultare le liste dei possibili beneficiari, messe a disposizione dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Gli enti accreditati sono davvero numerosi e decidere quale finanziare tra i tanti facenti parte del settore scelto richiede un po’ di tempo.

Tempo che dovrà essere dedicato alla ricerca di informazioni che permettano di:

  • capire se l’associazione è seria e affidabile;
  • verificare quali progetti porta avanti;
  • valutare l’impiego che è stato fatto, negli anni precedenti, delle quote ottenute tramite le donazioni del 5 per mille.

Quest’ultimo passaggio è reso molto semplice dall’obbligo di legge che impone ai beneficiari di fare ogni anno una rendicontazione e di pubblicarla sul proprio sito web.

Un buon metodo per individuare l’ente giusto consiste inoltre nel valutarne la mission e i valori, i quali dovrebbero essere quanto più possibile in linea con i propri. In questo modo, si avrà la certezza di destinare il proprio 5 per mille a cause alle quali si tiene realmente e che possano avere, per la propria sensibilità, un’importanza reale.

Cosa succede se non si sceglie un ente specifico

La legge non prevede obblighi per quanto riguarda la destinazione del 5 per mille. Questo significa che il contribuente può decidere di donarlo a un ente ben preciso, ma anche di devolverlo, in modo più generico, a uno specifico settore, senza indicare un destinatario univoco. In questo caso, la quota verrà suddivisa tra tutti gli enti accreditati inclusi nell’apposita lista.

Per finire, se si preferisce lasciare allo Stato tutta la propria quota IRPEF, non si deve fare altro che lasciare in bianco la parte dedicata del modello 730, del CU o del Modello Redditi.