È stata una conferenza stampa in pompa magna, con la Sala Anziani di Palazzo D’Accursio allestita con cartelloni ad hoc, quella con cui Autostrade, insieme a Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna, ha presentato le novità in merito al Passante di Mezzo, l’allargamento di tangenziale e autostrada nel capoluogo emiliano.
Nessuna ulteriore modifica al progetto, ma un riconoscimento internazionale ottenuto grazie alla certificazione Envision al più alto livello di rating, il Platinum.

La certificazione di sostenibilità per il Passante di Mezzo

Nella sostanza il progetto del Passante è stato ritenuto sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e sociale, in particolare per ciò che riguarda l’impatto positivo sulla qualità della vita del territorio, l’uso sostenibile delle risorse per la sua realizzazione, la tutela e il rispetto del clima e dell’ambiente.
Soddisfatto l’ad di Autostrade, Roberto Tomasi, cui è spettato il compito di annunciare la certificazione ricevuta. Ma soddisfatti sono anche il sindaco Matteo Lepore e il governatore Stefano Bonaccini che guadagnano così un ulteriore argomento nel dibattito locale.

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Tuttavia esistono ancora punti di incertezza, come alcune mitigazioni della cosiddetta fase 2, in particolare gli elettrofiltri che dovrebbero trattenere parte dell’inquinamento e che la stessa Autostrade, in una relazione del novembre scorso in cui dava conto di uno studio commissionato al Cnr, considerava poco efficaci.
Dalle parole di Tomasi di questa mattina si evince che la loro realizzazione è tutt’altro che decisa e lo stesso Lepore ha precisato che per la Fase 2 e le sue misure la discussione deve ancora cominciare. «Ci sono anche nuovi fondi europei che potranno arrivare e che potranno finanziare anche le novità», ha aggiunto il sindaco.

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Ben più chiara è stata la risposta di Bonaccini sulla richiesta degli ambientalisti di realizzare una valutazione sull’impatto sanitario dell’opera. «Possiamo fare tutte le valutazioni che vogliamo, noi stiamo dentro le regole – ha detto il presidente della Regione – Altrimenti commetteremmo delle illegalità e noi siamo una regione che è abituata al rispetto delle regole, per cui tutto quello che si fa viene monitorato».
Le associazioni ecologiste avevano inviato la richiesta un mese fa sia al sindaco di Bologna che al presidente della Regione, oltre che ai consiglieri dell’Assemblea Legislativa, ma lamentano che nessuno ha mai risposto.

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Passante opera sostenibile? Gli ambientalisti: «Tutto il contrario»

Sotto Palazzo D’Accursio si è formato un piccolo presidio della Rete delle lotte ambientali bolognesi, contrarie alla realizzazione del passante. Gli attivisti hanno srotolato lo striscione con scritto “No autostrate in città, No Passante di Mezzo – Per la tutela della salute e del territorio”.
«Contrariamente a quanto sostengono Bonaccini, Lepore e Tomasi – afferma ai nostri microfoni Luca Tassinari della Rete – Il Passante non è un’opera sostenibile. Al contrario, è insostenibile sotto molti profili».

In particolare per gli ambientalisti l’insostenibilità è anzitutto determinata dall’inquinamento, perché «passando dal 40 al 50% dell’inquinamento da traffico veicolare sul territorio di Bologna il Passante inquinerà di più», osserva Tassinari. L’opera è insostenibile anche dal punto di vista della salute e su questo punto viene ribadito il silenzio delle istituzioni alle richieste delle associazioni.
Ma il Passante è insostenibile anche sotto il profilo della crisi climatica. «Uno studio proprio di Autostrade – spiega Tassinari – dice che nel 2040, quindi dieci anni dopo l’obiettivo di Bologna carbon neutral, il solo traffico sul Passante di Mezzo emetterà 266mila tonnellate di CO2, non compensate in alcun modo dalle cosiddette mitigazioni, che ne potrebbero assorbire appena 33mila tonnellate».

La Rete delle lotte ambientali bolognesi, quindi, torna a chiedere di non realizzare l’opera e di incentivare al contrario il trasporto pubblico, come il Servizio Ferroviario Metropolitano.
In ogni caso, dopo le recenti iniziative realizzate, la Rete si dà appuntamento per il 25 aprile, quando celebrerà la propria «resistenza contro l’invasione di asfalto, cemento e inquinamento che non possiamo più tollerare».

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