C’è stata un’ospite d’eccezione alle giornate della reindustrializzazione dal basso, della giustizia climatica e sociale e dell’azionariato popolare all’ex Gkn di Campi Bisenzio lo scorso week end. A sostenere la lotta di lavoratrici e lavoratori del Collettivo di Fabbrica, che continuano la lotta per il salvataggio della fabbrica e la sua riconversione, è stata Greta Thunberg, attivista svedese e fondatrice dei Fridays for Future.
Il discorso di Greta Thunberg all’ex Gkn
Iniziata con le lettere di licenziamento collettivo ricevute via mail, la lotta di lavoratrici e lavoratori dell’ex Gkn va avanti da oltre due anni e non è stata solo una lotta in difesa. Oltre alla salvaguardia dei posti di lavoro, il Collettivo di Fabbrica si è battuto per cambiare volto al sito produttivo, approfittando del disimpegno della proprietà per tentare la strada che prendesse le redini dello stabilimento e riconvertisse in chiave ecologica la produzione, prima incentrata su componenti dell’automotive.
In questi anni, però, la battaglia è uscita dalla fabbrica e operai e operaie hanno dato vita a manifestazioni e stretto relazioni con diversi movimenti sociali italiani e non solo. L’obiettivo era trovare una possibile convergenza tra soggetti diversi, ma che si battono contro un nemico unico, responsabile di tutte le crisi presenti: il sistema produttivo capitalistico. Una convergenza, ad esempio, si è realizzata a Bologna con la partecipatissima manifestazione del 2022 contro il Passante autostradale.
Uno dei tasselli di queste alleanze è, appunto, quella con Fridays for Future, movimento che si batte per la giustizia climatica.
L’unione delle lotte di lavoratori ed ecologisti contro un nemico comune è stata sottolineata anche da Greta Thunberg.
Vi riportiamo il discorso integrale dell’attivista.
«Vorrei solo esprimere la mia profonda gratitudine verso ognuno di voi qui che state lavorando in ogni modo possibile per creare un mondo migliore. E grazie alle persone di questa fabbrica cooperativa per aver mostrato come dovrebbe essere il futuro.
Come sicuramente tutti sappiamo, la crisi climatica non è solo una questione tecnica che riguarda il passaggio dall’energia da combustibili fossili a quella rinnovabile. Si tratta di progettare un nuovo sistema, dando priorità al benessere. Quando elimineremo e trasformeremo gradualmente i settori che dipendono fortemente dai combustibili fossili i lavoratori non potranno essere lasciati indietro. Nessuno dovrà essere lasciato indietro nella transizione verde. E questo è ciò che significa giustizia climatica.
Grazie per aver unito il movimento per i diritti dei lavoratori, il movimento per la giustizia sociale e quello movimento per la giustizia climatica, perché sappiamo che stiamo combattendo contro lo stesso sistema che distrugge l’ambiente e destabilizza il pianeta, subordinando le persone e il pianeta al profitto economico.
Lo stesso sistema che sfrutta il pianeta e le risorse naturali sfrutta anche le persone, specialmente le categorie più emarginate e i lavoratori. È per questo che dobbiamo restare uniti, perché è l’unico modo in cui saremo in grado di vincere questo sistema fascista e capitalsta che non funziona a nostro favore. Il movimento per la giustizia climatica è al vostro fianco, avete la nostra solidarietà, continuate la lotta».