Dopo il caos dei giorni scorsi, dovuto anche a un blackout internazionale, la giunta comunale guidata da Matteo Lepore ha deciso di prendere di petto il “dossier” relativo all’Aeroporto Marconi di Bologna. Per Palazzo D’Accursio sono due i problemi generati dallo scalo: da un lato i disservizi e le condizioni non consone riservate ai passeggeri in partenza dalla nostra città, dall’altro l’impatto che i sorvoli sul centro cittadino provocano in termini di rumore.
Le questioni che riguardano l’aeroporto, però, non sono solo queste. Negli ultimi mesi sono emersi anche i problemi connessi ai trasporti da e per l’aeroporto, sia legati al People Mover che al braccio di ferro con le società di taxi, e alle condizioni dei lavoratori, che chiedevano un premio di sito visti gli ingenti profitti che lo scalo sta macinando.
Aeroporto Marconi, i cronici disservizi verso i passeggeri
Quando il sindaco di Bologna, di fronte a gravi disservizi, ha scritto all’Aeroporto Marconi, il presidente Enrico Postacchini pare non aver gradito il richiamo. Eppure l’accoglienza nello scalo bolognese non è stata critica solo in seguito al blackout informatico mondiale che ha portato alla cancellazione di molti voli. Nei terminal prima degli imbarchi è strutturale l’assenza di posti a sedere, che costringono molte persone a stare in piedi per molto tempo o a sedersi per terra.
A rispondere a Lepore è stato l’amministratore delegato Nazareno Ventola, che ha sottolineato i molteplici cantieri che insistono al Marconi, ora sospeso per il picco di passeggeri, e tentato di rassicurare sul miglioramento del servizio. Una risposta con un’assunzione di impegni che Lepore pare avere apprezzato, anche se il primo cittadino sottolinea che le segnalazioni dei disservizi vanno avanti da tre anni, ben prima dei cantieri.
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Che i problemi non dipendano solo dai cantieri lo intuiscono anche alcuni cittadini, che nelle settimane scorse hanno diffuso video sui social per denunciare le condizioni in cui sono costretti a stare i passeggeri in attesa di imbarcarsi.
«È un aeroporto trasformato in una trattoria – ha osservato un cittadino che ha postato un video su Facebook – Bambini, adulti, tutti buttati a terra perché l’aeroporto ha pensato bene di non creare dei posti a sedere, delle aree per i viaggiatori, ma di fare solo negozi e trattorie». Se l’ad Ventola, in un video di replica alle accuse, ha osservato che gli spazi ai gate sono ristretti, una delle ragioni è da ricercare proprio nell’esplosione di negozi che hanno trasformato la zona oltre i controlli in una sorta di galleria commerciale.
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Il rumore: l’impatto sulla città e un atteggiamento di Aeroporto Marconi «deludente»
Un altro dei problemi ormai cronici che riguardano l’aeroporto bolognese è l’impatto che ha sulla città a causa dei sorvoli. Un rumore che, dato l’alto numero di voli, ha effetti anche sulla salute, come rilevato anche da un’indagine sanitaria dell’Asl.
Ieri pomeriggio si è svolta una commissione aeroportuale che doveva affrontare proprio questo tema e che sia la vicesindaca Emily Clancy che la segretaria del Pd e presidente del Quartiere Navile Federica Mazzoni definiscono «deludente». A scontentare l’Amministrazione bolognese è soprattutto l’inerzia dello scalo bolognese e anche la scarsa trasparenza, ad esempio sui dati dei voli cargo, che rendono Bologna il terzo scalo italiano ma per i quali non ci sono numeri precisi.
Nel solo mese di maggio sono stati ben 3.403 i voli sopra Bologna, tra decolli e atterraggi. Si tratta del 42% dei voli del mese e del 57% dei decolli che sono «in evidente disarmonia con l’Ordinanza di Enac che indica il lato Modena come quello preferenziale proprio per i decolli (più rumorosi degli atterraggi) nel periodo diurno», sottolineano Clancy e Mazzoni.
«La situazione è completamente fuori controllo – commenta ai nostri microfoni la segretaria del Pd – Auspicavamo che ci fosse una presa d’atto che questa nuova estate è nuovamente un profondo problema, perché l’inquinamento acustico danneggia anche la vivibilità e la salute di chi abita nelle zone in cui i sorvoli sono così numerosi».
L’anno scorso, per il periodo estivo, il sindaco Lepore aveva strappato uno stop ai sorvoli durante gli orari notturni. Una misura «non più sufficiente se l’aeroporto continua a incrementare il numero dei voli – osserva Mazzoni – È per questo che abbiamo chiesto a tutti i soggetti competenti di impegnarsi ulteriormente. Purtroppo abbiamo registrato da parte di Aeroporto un atteggiamento di inerzia, che a nostro modo di vedere di fronte a queste valutazioni».
Ad esempio l’Amministrazione ha chiesto ad Aeroporto che l’Ausl fosse audita in commissione per valutare i risultati dello studio sull’impatto sanitario dello scalo, ma finora la richiesta è caduta nel vuoto.
ASCOLTA L’INTERVISTA A FEDERICA MAZZONI:
Profitti in crescita, ma non redistribuiti: la lotta per il premio di sito
Lo scorso 5 luglio al Marconi di Bologna c’è stato uno sciopero proclamato dai sindacati e un secondo è previsto per il 24 settembre. Al centro delle rivendicazioni c’è il premio di sito, un riconoscimento economico che lavoratrici e lavoratori chiedono visti i crescenti utili dello scalo. Se l’aeroporto macina profitti grazie all’aumento del traffico e dei passeggeri è anche e soprattutto merito dello sforzo di lavoratrici e lavoratori, che oltretutto devono sopportare condizioni di disagio dovute ai cantieri.
Oltre a questa vertenza, i sindacati denunciano l’esternalizzazione di Marconi Business Lounge (MBL): «È la sala vip – spiega ai nostri microfoni Daniela Modonesi, segretaria della Filt-Cgil – all’interno della quale operano persone che lavorano per l’Aeroporto di Bologna. Abbiamo saputo che c’è la volontà di esternalizzare questa parte, ma non è stato comunicato preventivamente ai sindacati. Noi vogliamo sapere che fine faranno quei lavoratori e, se vendono il lavoro ad altri, che contratto verrà applicato ai lavoratori».
Proprio su questo tema oggi è previsto un incontro con la dirigenza.
ASCOLTA L’INTERVISTA A DANIELA MODONESI:
I trasporti da e per l’aeroporto: un problema in via di soluzione, ma a caro prezzo
L’ultimo grande vulnus che riguarda lo scalo bolognese è quello dei trasporti. Dopo quella che è stata una vera e propria figuraccia, i continui malfunzionamenti del People Mover sembrano, almeno negli ultimi mesi, risolti. Ma da sola la monorotaia non basta, per capienza e orari, a rispondere alle esigenze dei viaggiatori.
È per questa ragione che dal 5 giugno scorso e fino a settembre è in funzione un bus elettrico, gestito sempre privatamente da Marconi Express, che parte da piazza Malpighi a Bologna e raggiunge l’Aeroporto. In realtà le linee sono due, la 949 diurna e la 940 notturna.
Le polemiche, però, non sono mancate nonostante il potenziamento dei collegamenti. Ad essere sotto la luce dei riflettori sono i prezzi di questi servizi: 12,8 euro per il People Mover e 9,80 euro per i bus elettrici, costi esosi viste le poche distanze coperte.
I problemi nei collegamenti si verificavano e ancora in parte si verificano negli orari serali, con lunghe code di persone in attesa di trovare il modo per raggiungere il centro cittadino. Questa è anche una delle ragioni alla base del vero e proprio braccio di ferro tra il Comune e le società di taxi, che ha portato Palazzo D’Accursio a fine maggio scorso ad aprire un bando per 72 nuove licenze. Una decisione che ha suscitato lo stato di agitazione dei taxisti, con diversi e scioperi e manifestazioni e una tensione che non pare essersi completamente sopita.
In particolare i taxisti lamentano anche i crescenti ostacoli nel lavorare in città, dovuti soprattutto ai numerosi cantieri per infrastrutture aperti a Bologna.