L’aeroporto Marconi di Bologna è un fiore all’occhiello della città metropolitana: almeno così sembrano suggerire i dati sui profitti, in costante crescita. I profitti sono però merito degli sforzi dei lavoratori del Marconi, che ora chiedono un premio di sito che riconosca il loro contributo fondamentale. Da parte loro, le aziende interne all’aeroporto e le risorse umane dello stesso adducono “scuse”, almeno secondo il comunicato diffuso dai sindacati coinvolti nello stato di agitazione, cioè Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Se non si aprirà un tavolo di confronto, la strada sarà quella dello sciopero.

Lo stato di agitazione all’Aeroporto di Bologna: i sindacati chiedono un premio di sito a fronte degli utili

Le “scuse” di cui parla il comunicato ce le spiega Daniela Modonesi, sindacalista Filt-Cgil, che riporta come ogni azienda coinvolta nella gestione del Marconi affermi come il premio di sito sia interno ad ogni singola azienda, «ma il punto è un altro – continua – è vero che probabilmente non esiste un premio di sito in questo settore del trasporto aereo, però noi insistiamo che si può fare, anche perché i grandissimi risultati dell’aeroporto di Bologna nella situazione anche di post Covid succedono grazie all’impegno di tutti quanti».
È importante capire, specifica Modonesi, che l’aeroporto non si basa su appalti, sono tutte aziende private che fanno attività all’interno della struttura con contratti. «Il premio di sito si può fare, noi abbiamo delle proposte per farlo, ma non siamo ancora riusciti ad entrare nel merito con le aziende».

«Abbiamo iniziato a fine gennaio chiedendo un incontro con le parti e con città metropolitana e comune. Durante quest’anno i dividendi per tutti i soggetti coinvolti sono stati molto alti, quindi abbiamo iniziato chiedendo l’incontro che però ci è stato dato molto tardi. Nel frattempo abbiamo fatto presidi e assemblee, 4 per ora, abbiamo iniziato i passi che ci condurranno a fare uno sciopero, quindi abbiamo mandato la richiesta di convocazione che spero accettino nel giro di 5\6 giorni» conclude Modonesi.

Aeroporto Marconi ha effettivamente incrementato di parecchio i ricavi, ben più dei prospetti. L’ente regolatorio europeo aveva previsto di tornare ai livelli pre-Covid nel 2025: è successo già nel 2023 e anzi, i profitti hanno superato quelli del 2019. Lo sforzo per questi ricavi è dei lavoratori, soprattutto se consideriamo il settore, che costringe a lavorare a turni, ad alzarsi alle tre di notte e ad affrontare un’utenza dove gli episodi di aggressività sono sempre più diffusi e senza che vi sia mai stato un aumento di stipendio. 

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