A sei mesi dall’apertura dello stato di agitazione, domani i lavoratori e le lavoratrici della Città Metropolitana di Bologna sciopereranno contro alcune decisioni dell’Amministrazione che sembrano andare nella direzione dello smantellamento dell’ente stesso e verso l’accentramento del potere e delle funzioni nel Comune capoluogo.
Al centro della protesta c’è l’esternalizzazione della manutenzione stradale, cui si aggiungono le decisioni in materia di lavoro agile e, ultima in ordine di tempo, la nomina del comandante della Polizia Locale ad appena il 10% del proprio tempo.
Le ragioni dello sciopero di domani in Città Metropolitana
Assemblee, volantinaggi e incontri con l’Amministrazione non hanno sbloccato la situazione e così, amaramente, Cgil, Cisl e Uil si sono viste costrette a proclamare lo sciopero. «La motivazione principale è la volontà della Città Metropolitana di Bologna, quindi del sindaco metropolitano Matteo Lepore, di esternalizzare le operazioni di progettazione e manutenzione delle strade provinciali», spiega ai nostri microfoni Marco Iacono della Fp-Cgil Bologna. Un’operazione che non terrebbe conto del destino professionale e retributivo di un centinaio di lavoratori, tra tecnici specializzati, progettisti a cantonieri. Secondo i sindacati, l’esternalizzazione rappresenterebbe inoltre un’involuzione organizzativa di un ente che dovrebbe garantire un servizio pubblico omogeneo in tutta l’area della Città Metropolitana e che, invece, «sta via via indeboledosi a causa di normative, certo, nazionali, contro cui, però, la politica locale non sta dicendo nulla» continua il sindacalista.
Ad aggiungersi alle ragioni dello sciopero è la nomina del comandante della Polizia Locale, a firma dello stesso Lepore, che ha designato per il ruolo il comandante di Bologna, «ma solo per il 10% del suo tempo», lamenta Iacono, sottolineando che rimane così scoperta una grandissima fetta di tempo per esercitare a pieno il ruolo.
«Fino a poco tempo fa, la Città Metropolitana di Bologna rappresentava un esempio nell’organizzazione di strumenti innovativi come quello del lavoro agile – continua il sindacalista – ora totalmente cancellato e ridotto a benefit, distribuito un giorno a settimana per tutti i dipendenti senza alcun tipo di interrelazione organizzativa reale».
Tutte queste misure, approvate senza alcun confronto con i sindacati, sembrano essere parti di un’operazione più grande che sta avvenendo sulla Città Metropolitana di Bologna. Al punto che i sindacati si chiedono se vi sia un tentativo di accentrare i poteri sul capoluogo e di smantellare la Città Metropolitana stessa.
ASCOLTA L’INTERVISTA A MARCO IACONO:
Francesca Ferrara