«Chiamiamo le cose col loro nome: si tratta di esternalizzare totalmente un servizio pubblico affidandolo a imprese private». È così che la Funzione Pubblica della Cgil di Bologna commenta la volontà della Città Metropolitana di gestire con un Accordo Quadro Globale il servizio pubblico di manutenzione delle strade provinciali.
Per il sindacato si tratta di una vera e propria esternalizzazione che comporta un rischio concreto connesso alla sicurezza stradale. «Le imprese private hanno lo scopo primario di guadagnare e non di garantire la sicurezza stradale dei cittadini», osserva Marco Iacono della Fp-Cgil di Bologna.

La Cgil contraria all’esternalizzazione della manutenzione stradale

La questione è inserita in una vertenza che coinvolge i dipendenti della Città Metropolitana di Bologna e che da settimane agita le acque, portando anche a mobilitazioni. Per quanto concerne la manutenzione stradale, il sindacato sottolinea che la sua esternalizzazione comporterebbe anche il fatto di far cambiare mestiere, nella migliore delle ipotesi, a decine di lavoratori specializzati in sicurezza stradale, nonostante il cambio generazionale che c’è stato negli ultimi anni e le assunzioni effettuate fino al mese scorso.
Non solo. La Cgil lamenta anche che accordi specifici stipulati negli anni scorsi, che si impegnavano ad una gestione pubblica quanto più possibile, diretta sono stati disattesi.

«Quando ho iniziato a occuparmi di questa vertenza della Città Metropolitana di Bologna e ho iniziato a frequentare i cantonieri, più che sentirmi chiedere aumenti retributivi, esprimevano la preoccupazione rispetto alle difficoltà che riscontravano nel fare il loro servizio, perché tutti si rendono conto che la manutenzione stradale determina direttamente la sicurezza stradale del territorio», spiega ai nostri microfoni Marco Iacono della Fp Cgil.

Il sindacato ricorda anche che l’esternalizzazione totale del servizio di manutenzione stradale fu tentata anche anni fa su una parte del territorio metropolitano, ma la Città Metropolitana stessa tornò velocemente sui propri passi.
L’attuale Accordo Quadro Globale, inoltre, non presenta studi di fattibilità, né previsioni dettagliate di costo e nemmeno spiegazioni organizzative.
La Fp-Cgil, dunque, si dichiara fermamente contraria all’operazione e mette in guardia dai risultati che percorsi simili hanno già manifestato, come un calo della qualità, della sicurezza, dei diritti, delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro degli addetti al servizio.

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