Sei liste di opposizione di Comuni della Città Metropolitana di Bologna hanno firmato un documento congiunto in merito all’ennesima alluvione che ha colpito anche il territorio della nostra provincia. Sono Calderara in Comune, Civicamente Valsamoggia, Noi per Budrio, San Pietro Pubblica e Solidale, Per Crevalcore e Frazioni e Medicina Attiva a prendere parola per criticare «l’infantilismo e l’inerzia» dei livelli istituzionali superiori, in particolare Regione e Governo.

Le opposizioni della provincia di Bologna sferzano le istituzioni sull’alluvione

«Nell’esatto istante dei fenomeni alluvionali che hanno interessato anche il nostro territorio – osserva ai nostri microfoni Jessy Simonini, consigliere comunale di Medicina Attiva – Immediatamente, come in realtà lo scorso anno, la polemica politica tra il governo nazionale e il governo regionale è divampata». Questo, osservano le liste della Città Metropolitana, si è concretizzato in uno scaricabarile tra istituzioni che ha avuto l’effetto di oscurare i bisogni dei territori colpiti, a partire dal diritto di cittadine e cittadini di vivere in sicurezza.
«Ciò per impedire proprio un dibattito sullo stato del nostro territorio, delle sue condizioni idrogeologiche e sugli investimenti che sono necessari».

Un battibecco, quello che denunciano le opposizioni di provincia, che non solo non comporta una seria assunzione di responsabilità, ma che manca sempre il punto su ciò che servirebbe per affrontare la crisi climatica e la fragilità manifestata a più riprese dal territorio.
Oltre all’evento della settimana scorsa e ai due del maggio 2023, infatti, la provincia di Bologna è stata esposta negli ultimi cinque anni ad altri due fenomeni disastrosi: l’alluvione causata dalla rottura degli argini del Reno a Castel Maggiore e Argelato e quella dell’Idice a Budrio.

Ciò che le liste della Città Metropolitana ritengono non più procrastibile, invece, è una discussione aperta che metta in discussione anche le scelte compiute negli anni, a partire dalla legge urbanistica regionale 24, che grazie a deroghe ed altri escamotage ha prodotto molto del consumo di suolo che, nominalmente, si proponeva di fermare.
Per questa ragione tutti, compresi i promotori, dovrebbero disconoscere quelle scelte e invertire radicalmente la rotta, immaginando interventi e stanziando risorse che garantiscano a cittadine e cittadini il diritto a vivere in sicurezza nei propri territori.

La campagna elettorale per le elezioni regionali del prossimo novembre potrebbe essere un’occasione per sviluppare un dibattito, anche a partire dal documento congiunto delle liste della Città Metropolitana di Bologna.
«Non abbiamo una grandissima fiducia che ciò avvenga – osserva Simonini – Al momento abbiamo tre coalizioni che si presentano. Una in continuità, il centrosinistra guidato da Michele De Pascale, ed è difficile pensare che ci possa essere una trasformazione della politica della regione. Una, il centrodestra guidato da Elena Ugolini, sicuramente è in discontinuità col territorio, ma è difficile pensare che le forze politiche che la sostengono siano in discontinuità col governo. Infine la terza lista sta mettendo al centro il tema dell’ambiente e del lavoro, ma sicuramente farà fatica a emergere dal punto di vista mediatico».

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