Alternativa alla destra, ma alternativa anche al campo largo. È così che si presenta per la corsa alle regionali di novembre la lista Emilia-Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro.
Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Partito Comunista, ma anche esponenti di lotte territoriali uniscono le forze con l’obiettivo di rompere un sistema di potere che in Emilia-Romagna ha prodotto diversi tipi di precarietà.
La lista Emilia-Romagna per la pace, l’ambiente è il lavoro si presenta alle regionali
A presentare la lista, questa mattina davanti alla Regione Emilia-Romagna, c’era il candidato presidente Federico Serra, accompagnato dai responsabili dei partiti che sostengono la lista e dai candidati all’assemblea legislativa.
Ad unire Piacenza a Rimini, passando ovviamente per Bologna, non è solo la via Emilia, ma un filo di sfruttamento che parte dai magazzini della logistica e arriva fino agli stagionali in riviera. Sono loro, insieme agli sfruttati degli appalti anche nel settore pubblico, che Emilia-Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro vuole dare rappresentanza e dignità. Ad esempio con l’introduzione del salario minimo.
Più in generale la lista alternativa vuole mettere in discussione il profitto, «l’unico a essere garantito», sottolinea Serra. Di qui la centralità del tema della casa, diritto compromesso sia dai bassi salari che dal turismo incontrollato, con le piattaforme degli affitti brevi. Problemi che, per la lista, possono essere risolti con un piano pubblico sulla casa.
E poi ancora, la sanità e i servizi, compromessi dalle privatizzazioni, ma anche l’ambiente, contro quello che viene definito «il partito del cemento», che priva cittadine e cittadini della salute pubblica.
Pur essendo una lista regionale, Emilia-Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro vuole occuparsi anche di temi internazionali. «Siamo l’unica lista contro l’invio di armi e il riarmo», sottolinea il candidato presidente, rimarcando come una cultura di pace e contro la guerra produca benefici anzitutto alle classi popolari.
ASCOLTA L’INTERVISTA A FEDERICO SERRA: