Il 7 aprile alle ore 18.30 in Via Avesella si parlerà di storia e di movimenti. Forse non ci sarebbe neanche bisogno di presentare una rivista di “storia della conflittualità sociale” come lo è Zapruder per entrare in quell’atmosfera: via Avesella, come sappiamo, è uno dei luoghi storici del movimento bolognesi, e generazioni di militanti hanno varcato quel portone di legno che si apre a metà via per una riunione, un’assemblea o anche per bere una birra discutendo animatamente. Però qui dal 2020 ha anche aperto centro di documentazione, l’Archivio storico dei movimenti “Via Avesella”, per dare uno spazio fisico e un’identità alle tante storie che da queste parti sono passate.

Il Medioevo tra mito e realtà nella rivista storica Zapruder

Ciò che ci interessa è che Il 7 aprile si parlerà di Medioevo, un’epoca a cui non siamo soliti pensare con gli occhi delle lotte e delle mobilitazioni: quanto ci stiamo sbagliando lo scopriremo con la presentazione di “Branca, branca, branca. Ritorno al Medioevo”, n° 56 di Zapruder, rivista di storia della conflittualità sociale. Per parlare dell’iniziativa abbiamo intervistato Laura Righi, curatrice assieme a Fabrizio De Falco e Mattia Frapporti di questa pubblicazione.

Per entrare nell’atmosfera della serata, vi suggeriamo intanto di andare a leggere un articolo Il Medioevo tra le persone, scritto da Righi e De Falco per il sito di Storie in movimento come anticipazione del numero:
«Il problema che emerge è la narrazione di totale alterità, che è straniante se consideriamo che la maggior parte della popolazione europea è cresciuta o vive in città con istituzioni, monumenti e spesso assetti urbanistici che per quanto trasformatisi sono marcatamente medievali. Il conflitto aperto con il Medioevo assume da questo punto di vista il rango di conflitto con la nostra identità storica. Cavalcare l’onda della narrazione di un Medioevo altro da noi ci priva così di un pezzo della nostra storia e della possibilità di riconoscerci in essa. Solitamente, poi, quando si lascia campo libero nella costruzione delle identità comuni è facile che qualcun altro arrivi a colmare il vuoto, come è successo negli Stati Uniti e in Europa dove le destre hanno avuto vita piuttosto facile nel diffondere l’idea di un Medioevo unico: bianco, ortodosso e nazionalista. Non proporre letture alternative porta il rischio di ritrovarsi tutte e tutti dentro una storia collettiva nella quale non ci riconosciamo o che rifiutiamo perché non ci rappresenta».

Sempre restando su questa bella anticipazione, che può veramente preparare la lettura a questo numero 56 di Zapruder e creare le basi della discussione della serata all’Archivio “Via Avesella”, riprendiamo un’altra riflessione che dalla storia medievale si può allargare al fare cultura in senso politico e militante in generale:
«Ci sembra quindi che il conflitto tra la nostra epoca e il Medioevo di cui parlavamo prima sia in maggior parte immaginato e propagandato piuttosto che specchio di un effettivo sentimento popolare (quello che nasce da meccaniche divine). Il lessico medievale contemporaneo evita accuratamente le domande e le istanze che partono dal basso, mettendo a nudo la mancanza di comunicazione tra accademia, informazione e cittadinanza. La frattura tra questi tre attori non è una caratteristica esclusiva della storia medievale ma è tanto più grande quanto maggiori sono il pregiudizio nell’affrontare questa materia e la difficoltà del maneggiare gli strumenti necessari per comprenderla».

ASCOLTA L’INTERVISTA A LAURA RIGHI E FABRIZIO DE FALCO: