Ormai è certificato da molti studi l’impatto che la pandemia ha avuto sulla salute mentale. I lockdown, l’incertezza sul futuro e la paura di ammalarsi o morire hanno fatto aumentare a dismisura disturbi d’ansia e depressivi. Ad essere maggiormente colpite sono le fasce più fragili della popolazione, giovani e donne in primis, ma il problema riguarda potenzialmente tutte e tutti.
I servizi pubblici di assistenza psicologica si stanno rivelando insufficienti e spesso destinati solo ai casi più gravi, per questo motivo da più parti si leva la richiesta di introdurre lo psicologo di base.

In piazza Maggiore il presidio per la salute mentale: «Psicologo di base subito»

Anche il Laboratorio Salute Popolare di Làbas, insieme a Luna (Laboratorio universitario d’autogestione) avvertono l’urgenza e per questa ragione questa mattina sono in piazza Maggiore per chiedere di accelerare sull’introduzione dello psicologo di base e di stanziare maggiori risorse sul tema della salute mentale.
«Quasi un anno fa abbiamo aperto uno sportello psicologico – ricorda ai nostri microfoni Francesco Pancotti del Laboratorio Salute Popolare – e abbiamo incontrato decine e decine di persone che manifestavano problemi, ma essendo precarie, non avevano le risorse economiche per andare dallo psicologo».

Il servizio che si svolge gratuitamente a Làbas cerca di garantire un accesso universale all’assistenza psicologica, ma è chiaro che serve l’intervento organico delle istituzioni per fronteggiare il problema. «Quella che vediamo oggi è solo la punta dell’iceberg – osserva Pancotti – Serve anche intervenire in maniera preventiva».
L’attivista cita l’esempio di Barcellona, città che ha preso sul serio il tema del benessere psicologico dei suoi abitanti e chiede che anche l’Emilia-Romagna e Bologna facciano lo stesso.

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