Dopo giorni di protesta dei lavoratori delle raffinerie francesi, che hanno prodotto una scarsità di carburante in almeno un terzo dei distributori del Paese, oggi in Francia è sciopero generale. La ragione è la stessa: l’aumento dei prezzi sta erodendo il potere d’acquisto dei salari di lavoratrici e lavoratori francesi ed è necessario un loro adeguamento all’inflazione, che nell’eurozona ha raggiunto ormai il 10%.

Aumento dei prezzi e diritti, lo sciopero generale francese

A raccontarci lo sciopero generale in Francia è il corrispondente Lorenzo Battisti: «Lo sciopero è il secondo dopo la giornata del 27 settembre e viene da lontano, nel senso che in Francia le mobilitazioni non si sono mai fermate».
In particolare, il corrispondente inserisce la protesta in una scia cominciata prima della pandemia, quando la Cgt bloccò il Paese contro la riforma delle pensioni. Anche durante la pandemia vi furono mobilitazioni per le condizioni di lavoro, soprattutto nella sanità e nella scuola.

Lo sciopero generale di oggi, dunque, si concentra sull’inflazione. La rivendicazione è quella di aumenti salariali che compensino l’aumento dei prezzi.
Vi è però un ulteriore elemento, che riguarda il diritto di sciopero. Lo sciopero ad oltranza delle raffinerie ha indotto il governo a precettare i lavoratori per obbligarli a tornare al lavoro e risolvere il problema dell’approvvigionamento di carburanti. La Cgt ha fatto ricorso contro il provvedimento, ma il tribunale lo ha respinto.

«Lo sciopero delle raffinerie è servito da molla per altri settori per trovare coraggio – spiega Battisti – I lavoratori delle centrali elettriche francesi, anche quelle nucleari, hanno occupato e si stanno muovendo anche settori solitamente meno coinvolti dagli sciopero, come i supermercati e gli hotel».
Secondo il corrispondente, quello di oggi sarà solo l’ultimo episodio di una mobilitazione francese che è destinata a continuare e che renderà l’autunno che stiamo vivendo se non caldo, sicuramente almeno tiepido.

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