I risultati delle elezioni tenute ieri in Grecia per eleggere il Parlamento vedono il Partito Nea Dimokratia al 40,52% dei voti e 158 seggi (su 300) e il partito di sinistra Syriza guidato da Alexis Tsipras al 17,84% e 48 seggi. Seguono i socialisti del Pasok con l’11,85% dei voti e 32 scranni, i comunisti del Kke con il 7,69% delle preferenze e 20 seggi e il partito Spartiates (Spartani) che ha superato la soglia di sbarramento ottenendo il 4,64% e 12 seggi. La formazione di estrema destra nota per le sue posizioni anti-migranti, Soluzione Greca, registra il 4,48% (rispetto al 3,7% del 2019) e 12 seggi. L’affluenza è stata del 52,83%.

Grecia, Mitsotakis vince ed è pronto a privatizzare e turistificare

In Grecia, dunque, si è registrata una vittoria netta del premier uscente Kyriakos Mitsotakis, che può vantare l’appoggio della maggioranza assoluta dei parlamentari.
«È un risultato preparato in quattro anni di propaganda televisiva – commenta ai nostri microfoni il giornalista greco Dimitri Deliolanes – I greci non hanno idea del programma di Mitsotakis fatto di privatizzazioni, liberalizzazioni e trasformazione della Grecia in un grande villaggio turistico».

Deliolanes non concorda con le analisi che tracciano un filo conduttore nell’avanzata della destra nell’Europa meridionale, che unisce la Grecia all’Italia e, forse, anche alla Spagna.
«La Grecia ha una composizione sociale diversa, non ha grandi fabbriche come l’Italia, vive soprattutto di turismo e il secondo settore è quello dell’edilizia», sottolinea il giornalismo. Le cause della vittoria di Mitsotakis, dunque, sarebbero diverse da quelle che hanno portato Meloni al governo italiano e andrebbero ricercate nella propaganda.

Quanto a Syriza, il partito di Tsipras sta ancora scontando le promesse tradite nel braccio di ferro con la Troika, ma il programma della destra presenta molte delle ricette che proprio le istituzioni europee avevano imposto alla Grecia.
«Quando questo piano sarà realizzato – prevede Deliolanes – la Grecia scivolerà in una crisi sociale e politica come quella del decennio scorso».

ASCOLTA L’INTERVISTA A DIMITRI DELIOLANES: