Nonostante il clima politico e mediatico, che è scivolato anche in velate accuse di antisemitismo, il mondo accademico italiano continua ad alzare la voce per un cessate il fuoco immediato a Gaza.
Dopo l’appello partito dall’Università di Bologna firmato da oltre 140 docenti, un appello analogo è stato firmato da oltre 2600 docenti italiani e italiane degli Atenei di tutto il mondo con le medesime richieste: il cessate il fuoco immediato e il ripristono del diritto internazionale.
Nel frattempo a Bologna un incontro accademico tenterà di smontare la narrazione mainstream e mostrare anche la dissidenza israeliana nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu.

Cessate il fuoco e diritto internazionale: l’appello di migliaia di docenti universitari

Diventa difficile sostenere che migliaia di docenti universitari di moltissimi atenei siano sostenitori di Hamas. Le 2677 firme raccolte tra i professori e le professoresse di nazionalità italiana che hanno firmato il documento intitolato “Appello da parte di accademici e accademiche italiane per chiedere un’urgente azione per un cessate il fuoco immediato e il rispetto del diritto umanitario internazionale” è una risposta chiara alla criminalizzazione di chi, in questi giorni, sta alzando la voce contro i crimini di guerra e la carneficina compiuti nella Striscia di Gaza.

A spiegare il senso dell’appello ai nostri microfoni è Paola Rivetti, docente della School of Law and Government, Dublin City University e Membro di SeSaMO Italia.
Rivetti interviene anche sull’allarme antisemitismo che viene lanciato in queste ore, creando confusione tra il tema dell’odio nei confronti degli ebrei e invece le critiche alla condotta dello Stato di Israele.
«L’antisemitismo è una vera e propria piaga – sottolinea Rivetti – È un atteggiamento razzista che assolutamente condanniamo senza margini di ambiguità. Richiedere il rispetto del diritto internazionale significa anche andare a colpire chiunque all’interno della Striscia di Gaza e dei territori occupati opera al di fuori di quanto il diritto consente, sia per quanto compiuto dall’esercito israeliano che per quanto compiuto da Hamas».

ASCOLTA L’INTERVISTA A PAOLA RIVETTI:

L’incontro per cambiare la narrazione e mostrare il dissenso israeliano

Sempre in ambito accademico, domani, 7 novembre, alle 17.00 nell’Aula Magna del complesso di Santa Cristina a Bologna si terrà il teach-in e il dibattito su Israele e Palestina intitolato “Per un cessate il fuoco immediato”.
Ad intervenire saranno l’antropologa italo-palestinese Ruba Salih, la docente di Storia e istituzioni del moderno Medio Oriente Francesca Biancani, il docente di Comunicazione umanitaria Pierluigi Musarò, il docente di Geografia culturale Lorenzo Pezzani, la ricercatrice Federica Stagni e Guy Butavia, attivista israeliano di area anarchica in dissenso con il governo Netanyahu.

«L’organizzazione di Guy Butavia – spiega ai nostri microfoni Stagni – cerca di creare degli spazi in cui israeliani e palestinesi possono resistere insieme a un regime israeliano che imprigiona palestinesi, ma che viola anche i diritti di quegli israeliani della sinistra radicale che esprimono un dissenso nei confronti delle politiche del governo israeliano».
Per quanto minoranza, la sinistra radicale israeliana è solo una delle voci del dissenso, così come anche nella diaspora, cioè negli ebrei all’estero, esistono posizioni fortemente critiche nei confronti del governo Israeliano.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FEDERICA STAGNI: