A febbraio 2023 scadrà il Memorandum con la Libia, l’accordo del 2017 voluto dall’ex-ministro Marco Minniti per fermare i flussi migratori verso l’Italia. Se entro il 2 novembre, però, il nuovo Parlamento non si esprimerà in merito, il memorandum si rinnoverà automaticamente per altri tre anni, continuando a produrre sofferenze e torture ai migranti che cercano di raggiungere l’Europa.
Per sensibilizzare le persone sulla Libia, il prossimo 21 ottobre, alle 18.00 al CostArena di via Azzo Gardino a Bologna, si terrà l’incontro “La Libia sulla pelle delle persone“.

L’approfondimento delle ong sulla Libia e sul Memorandum con l’Italia

A promuovere l’incontro di venerdì prossimo sono tre ong, Sos Mediterranée, Amnesty International e Medici Senza Frontiere, insieme al Forum per cambiare l’ordine delle cose. Realtà impegnate a vario titolo nella ricerca e soccorso in mare e nel rispetto dei diritti umani delle persone. Diritti che vengono sistematicamente violati proprio in virtù del Memorandum, che da un lato produce i respingimenti per procura della cosiddetta Guardia Costiera libica e dall’altro immani sofferenze e torture alle persone recluse nei centri di detenzione del Paese nordafricano.

Secondo un rapporto di Amnesty, sono 85mila le persone intercettate dalla Guardia Costiera libica, rispedite nel Paese e rinchiuse nei centri di detenzione. Dalle testimonianze delle ong emerge come moltissime delle persone che hanno trascorso del tempo in Libia portino i segni di torture, ferite di arma da fuoco, bruciature e altri tipi di maltrattamenti. «Le donne e i bambini sono coloro che si trovano in una condizione di maggiore fragilità – racconta ai nostri microfoni Micol Azzaro di Sos Mediterranée – Alle donne vengono praticate violenze indicibili».

Sono ormai diversi i rapporti sulle violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione in Libia, così come sono numerose le testimonianze sulle pratiche violente e pericolose messe in atto dalla Guardia Costiera libica nelle operazioni di pattugliamento del Mediterraneo.
Eppure sia l’Italia che l’Europa non manifestano la volontà di interrompere le proprie politiche di esternalizzazione delle frontiere, di cui il Memorandum con la Libia è solo un esempio. Sulla stessa scorta, infatti, troviamo l’accordo con la Turchia o con il Sudan.

L’appuntamento di venerdì rientra nella rassegna “Frontiera Mediterraneo“. «Abbiamo voluto organizzare questi incontri – spiega Azzaro – perché sentivamo l’urgenza di parlare di Libia in maniera umana, mettendo l’accento sulle conseguenze umanitarie di questi accordi».
All’incontro parteciperanno Caterina Ciufegni, medico di bordo della Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranée, l’avvocato di Amnesty International Eugenio Alfano e la responsabile comunicazione di Medici Senza Frontiere, Giorgia Girometti, moderati dal direttore di Radio Città Fujiko, Alessandro Canella.

Sono numerose le organizzazioni della società civile che chiedono che non venga rinnovato il Memorandum tra Italia e Libia. Il potere di cancellare l’accordo, quindi di fermare torture, morti e sofferenze, è nelle mani del nuovo Parlamento, che dovrebbe esprimersi entro il 2 novembre. «Purtroppo tutto fa pensare che l’accordo verrà rinnovato, staremo a vedere», conclude Azzaro.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MICOL AZZARO: