Sono trascorsi ormai due anni da quanto la Regione Emilia-Romagna presentò il Patto per il Lavoro e per il Clima. Un provvedimento, sottoscritto da numerosi enti locali, università e soggetti del mondo produttivo che aveva un duplice scopo: produrre un forte cambiamento sulle politiche ambientali e contestualmente migliorare la qualità del lavoro.
A due anni di distanza, la Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale (Reca) boccia senza appello quel documento, evidenziandone i limiti e articolando la bocciatura in due iniziative che si terranno domani, sabato 17 dicembre, a Bologna.

A due anni dalla presentazione, la bocciatura del Patto per il Lavoro e per il Clima

In particolare, alle 9.00 di domani, al Centro Costa di via Azzo Gardino, si terrà il convegno “Emilia-Romagna: realtà territoriali e istanze ambientali a confronto con le politiche regionali“. L’obiettivo è mettere in luce come il Patto per il Lavoro e per il Clima non solo non abbia prodotto la svolta che si prefigurava, ma in alcuni casi abbia addirittura prodotto una regressione.
«Penso al rigassificatore di Ravenna, ma anche al Passante di Bologna e ad altre opere autostradali – osserva ai nostri microfoni il portavoce di Reca, Corrado Oddi – Sul tema dei rifiuti la legge regionale prevede addirittura l’aumento della produzione, mentre sui beni comuni come l’acqua si insiste nella direzione della privatizzazione».

Dopo il convegno, alle ore 13.00, la rete ecologista, composta da 85 associazioni e comitati, terrà un presidio creativo in piazza Nettuno per la lotta alla crisi climatica, al collasso ambientale e per il lavoro di qualità.
Uno dei nodi nodali è quello della partecipazione, che su alcuni temi la Regione non ha praticato. Ad esempio sul rigassificatore, ma anche sullo stesso Passante, le istituzioni hanno deliberatamente ignorato le richieste ambientaliste e dei cittadini.

Al contrario, Reca e Legambiente hanno presentato 4 proposte di legge di iniziativa popolare sui temi dei rifiuti, dell’energia, dell’acqua e del consumo di suolo, per le quali hanno raccolto 7mila firme necessarie per depositarle in Regione.
«Quelle leggi sono state consegnate e ora verranno esaminate dalle commissioni competenti – spiega Oddi – Noi chiediamo che l’iter di discussione venga accelerato e che non rimanga nel palazzo, ma diventi occasione di dibattito per tutta la comunità emiliano-romagnola».

ASCOLTA L’INTERVISTA A CORRADO ODDI: