Loro le guerre, nostri i morti. Né con Putin né con la Nato“. È questo il titolo della manifestazione bolognese di questo pomeriggio in piazza Nettuno, una prima risposta alla guerra in Ucraina cominciata dalla Russia con un attacco militare, dopo settimane di confronto muscolare soprattutto con gli Stati Uniti.
Una posizione, quella della piazza bolognese di oggi, composta da movimenti, sindacati e partiti della sinistra radicale e conflittuale, che farà dispiacere al segretario del Pd Enrico Letta, che in mattinata aveva affermato: «I comodi terzismi son stati spenti dalle bombe di Putin, ora è o di qua o di là».
Anche il premier italiano, Mario Draghi, al termine del Consiglio dei ministri ha tenuto un discorso per esplicitare la posizione italiana sull’attacco russo in Ucraina. Nel raccontare gli impegni a cui è chiamato e ciò che il nostro Paese intende fare, Draghi ha citato il G7 e la Nato, ma non ha mai menzionato l’Onu.

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L’opposizione alla guerra in Ucraina a Bologna non è una scelta manichea

La piazza bolognese, invece, rifiuta questa apparente dicotomia tra imperialismo atlantico e neo zarismo russo e individua l’asse della frattura in verticale, tra i potenti che vogliono fare la guerra e le persone invece che ne pagano le conseguenze, come ci ha spiegato Niccolò del Laboratorio Crash.

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Anche il sindacalismo di base dà una lettura affine della situazione politica e ribadisce la propria terzietà rispetto alla guerra voluta dalle superpotenze. Le ragioni della partecipazione di lavoratrici e lavoratori arrivano dalle parole di Massimo Betti di Sgb.

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La fiaccolata per la pace con Zuppi e Lepore

Anche domani in città ci sarà una mobilitazione contro la guerra in Ucraina. A promuoverla è Portico della Pace, una rete di una ventina di associazioni, cattoliche e non solo. L’appuntamento è per le 18.00 in piazza Maggiore in cui si terrà una fiaccolata. Ad aderire all’iniziativa sono già stati il vescovo di Bologna Matteo Zuppi, e il sindaco Matteo Lepore.
La piattaforma della manifestazione ci viene spiegata da Alberto Zucchero di Portico della Pace.

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