Nel giorno in cui a Roma ci sarà la manifestazione per l’Europa lanciata da Michele Serra e sostenuta da la Repubblica, ma anche la contromanifestazione per la pace senza ambiguità organizzata dalla sinistra radicale, sulle nostre frequenze Alessandro Volpi, docente di Storica contemporanea all’Università di Pisa e autore di “I Padroni del Mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia” (Laterza, 2024) ha preso in esame ReArm Europe, il piano di riarmo da 800 miliardi voluto dalla Commissione europea e ne ha spiegato gli impatti e i veri scopi.

L’impatto di ReArm Europe sul welfare e la sua sostituzione neoliberista con il privato

Ai microfoni di Alessandro Albana, all’interno del format “Bologna e dintorni”, Volpi ha ricostruito i meccanismi di ReArm Europe, che prevede 650 miliardi di euro di investimenti militari spesi a debito dagli Stati, derogando al Patto di Stabilità, più ulteriori 150 miliardi in un fondo di prestiti.
Il docente prende ad esempio il caso italiano. «L’Italia ha un debito pubblico attorno ai 3mila miliardi e l’ultima legge di Bilancio è stata finanziata per il 40% con l’emissione di debito – sottolinea Volpi – Dover contrarre ulteriore debito, per quanto non conteggiato nel Patto di Stabilità, significa dover distogliere risorse che sono destinate ad altre forme di finanziamento della spesa pubblica con il debito, penso alla sanità, all’istruzione, alla previdenza pensionistica e destinarle agli armamenti».

Se i sostenitori del riarmo in questi giorni hanno precisato che l’utilizzo dei fondi di coesione per le armi fosse facoltativo o che l’impiego di quelle risorse sarebbe avvenuto solamente per i fondi non utilizzati, lo smantellamento del welfare pubblico avverrebbe comunque per i meccanismi indicati dal docente.
Non solo. Un ulteriore effetto potrebbe essere un’accelerazione di ciò che la dottrina neoliberista insegue da tempo, cioè la privatizzazione del welfare. «L’emergenza gridata di una guerra che sembra già esplosa – sottolinea il docente – è la giustificazione per sacrificare le spese dello stato sociale, smantellandolo e sostituendolo in larga misura con un sistema privatistico».

Lo scopo di ReArm Europe: creare una nuova bolla finanziaria

Dall’analisi del piano emerge che l’obiettivo temporale e di efficienza per lo scopo dichiarato, cioè difendere l’Europa, appare assai velleitario. «È molto difficile che ReArm Europe possa mettere l’Europa in condizioni diverse da quelle attuali – sottolinea il docente – Già oggi l’Europa, inclusa la Gran Bretagna, spende circa 450 miliardi all’anno per il riarmo». Secondo l’analisi dell’Osservatorio sui conti pubblici, quello di Carlo Cottarelli, nel 2024 gli stessi Paesi europei appartenenti alla Nato hanno speso per il riarmo il 56% in più rispetto al nemico dichiarato, cioè la Russia. Percentuale che sale se si considera che buona parte delle spese militari di Mosca non sono servite per allargare i propri arsenali, ma per rimpinguarli degli armamenti utilizzati nella guerra in Ucraina.

E allora quale sarebbe lo scopo di ReArm Europe? Volpi non ha dubbi e, tra le righe lo ha affermato anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel discorso sui primi 100 giorni del suo secondo mandato. «L’obiettivo di ReArm Europe è quello di alimentare una nuova bolla finanziaria, come stiamo vedendo nei listini europei e americani – sostiene il docente – Nel momento in cui la Commissione europea definiscono un impegno complessivo di 800 miliardi di euro da destinare al riarmo, immediatamente e non nel momento in cui arriveranno le commesse, i titoli delle società che producono armamenti diventano assolutamente appetibili».

I segnali in questo senso li abbiamo già visti, con l’impresa tedesca di armamenti Rheinmetall o l’italiana Leonardo che hanno visto schizzare le proprie azioni in Borsa negli ultimi giorni.
È lo stesso Volpi a mettere in fila annunci e dichiarazioni che vanno nella direzione di favorire la bolla finanziaria. Oltre all’annuncio di ReArm Europe, infatti, la Bce ha annunciato di ridurre il tasso sui depositi per incentivare le banche a finanziare il riarmo, oltre alle dichiarazioni del ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, secondo cui anche il risparmio privato dovrà andare in quella direzione.

«Si stanno creando le premesse per una grande bolla finanziaria – rimarca Volpi – E ciò nasce dal fatto che Trump sta terremotando il mercato finanziario degli Stati Uniti, con Nasdaq, Dow Jones che stanno crollando e ciò rischia di creare una vera e propria crisi finanziaria che investirebbe detentori dei titoli e risparmiatori. Perciò si crea un’altra bolla, quella del riarmo, allo scopo di mantenere in vita il capitalismo finanziario che altrimenti che le posizioni irruente di Trump comprometterebbero».
Di qui la stessa narrazione emergenziale sulla presunta minaccia bellica, che ha visto mobilitati anche settori mediatici, in particolare quelli i cui editori sono impegnati sia nell’industria in crisi, come quella dell’automotive, sia nel settore militare.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALESSANDRO VOLPI: