«Svuotare gli arsenali, riempire i granai». Hanno scelto una delle celebri frasi del presidente della Repubblica Sandro Pertini gli organizzatori della piazza alternativa a quella lanciata per sabato prossimo da Michele Serra. Nello stesso giorno, ma in piazza Barberini a Roma, alle ore 15.00, diverse realtà della sinistra, dei movimenti, dei sindacati, dei partiti come Potere al Popolo e Rifondazione Comunista, e semplici cittadine e cittadini daranno vita a una manifestazione che vuole chiedere senza ambiguità il cessate il fuoco nella guerra in Ucraina e si oppone in modo netto a ReArm Europe, il piano di riarmo voluto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

La piazza per la pace senza ambiguità: a Roma la manifestazione alternativa

Gli organizzatori spiegano anche le ragioni per le quali non parteciperanno alla manifestazione proposta da Serra. «Non parteciperemo alla piazza lanciata da un quotidiano che ha sostenuto in questi anni posizioni belliciste», scrivono gli organizzatori facendo riferimento a la Repubblica, testata del gruppo Gedi, impresa direttamente coinvolta in affari nel settore della difesa.
«Non ci facciamo arruolare da chi ha sostenuto la guerra in Ucraina in nome dei diritti dei popoli oppressi ma ha fatto da scorta mediatica al genocidio di Netanyahu contro i palestinesi a Gaza – continua il manifesto di lancio della piazza alternativa – Non andremo a sventolare una bandiera a sostegno di chi ha scelto la via della guerra e dell’economia di guerra, dei governi europei che sostengono Israele e hanno trattato da terrorista Ocalan e il movimento di liberazione curdo».

In questi giorni anche in organizzazione di sinistra si è sviluppato un acceso dibattito sull’opportunità o meno di partecipare alla manifestazione per l’Europa chiamata da Serra con parole d’ordine che a molti sono sembrate troppo ambigue.
«In piazza per quale Europa?», è la domanda ricorrente che molti si sono posti anche all’interno di organizzazioni che hanno frettolosamente dato la propria adesione, costringendo in alcuni casi anche i vertici delle stesse organizzazioni a precisare il senso della partecipazione.
«Ognuno fa le sue scelte e penso che chi andrà in quella piazza essendo contro il riarmo poi si rincontrerà con noi in altre occasioni – osserva ai nostri microfoni Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista e uno degli organizzatori della manifestazione alternativa – Noi pensiamo che con la classe dirigente che vuole portare l’Europa in macerie ci sia bisogno di una rottura netta, quindi bisogna trovarsi in piazza, ma con le bandiere della pace e basta portare acqua in buona fede al mulino di chi sta da un’altra parte ed è contro le ragioni della pace».

«Oggi è il momento di costruire la pace, invece di continuare ad alimentare il conflitto – si legge ancora nella convocazione – L’Ue dovrebbe subito assumere una iniziativa come fu quella di Helsinki per garantire disarmo, pace e sicurezza comune nel nostro continente. Noi proponiamo di ritrovarci a Roma in un’altra piazza, per la pace e contro il riarmo. Una piazza che senza ambiguità esprima il dissenso, l’indignazione e l’opposizione alle scelte della Commissione Europea, del Consiglio Europeo e anche del governo italiano. Una piazza da riempire con le bandiere della pace, con quelle dei popoli palestinese e curdo traditi dall’Europa reale, da tanti cartelli e striscioni che esprimano il ripudio della guerra».

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