Secondo il consigliere regionale Giovanni Favia la Giunta Errani ha insabbiato il rapporto per due mesi e ora non vuole abbandonare un progetto europeo per lo che fa della pianura padana un grande sito di stoccaggio di gas. E Andrea Defranceschi sottolinea: “Fermano solo le nuove autorizzazioni, non le estrazioni già esistenti, alla faccia del principio di precauzione”.

Bocciatura nel metodo, ma anche nel merito. Il consigliere regionale del M5S Andrea Defranceschi e l’ex collega di partito Giovanni Favia hanno criticato su tutta la linea la condotta della Giunta regionale riguardo al rapporto Ichese sulle relazioni tra trivellazioni e sisma.
Favia parla addirittura di “insabbiamento” e insiste sul fatto che, nonostante i forti sospetti sui rischi creati dall’attività estrattiva, la Regione non abbandoni i progetti perché esiste un progetto speculativo europeo. Defranceschi sottolinea invece che l’annuncio fatto questa mattina dall’assessore alla Protezione Civile Paola Gazzolo sulla sospensione delle trivellazioni in Emilia Romagna riguarda solo le nuove autorizzazioni, non quelle già esistenti.

“È gravissimo che la Giunta abbia tenuto il rapporto nel cassetto per due mesi – afferma Favia – questo è un vero e proprio insabbiamento”. L’ex pentastellato, poi, sostiene che le ragioni per dire no alle trivellazioni sono molteplici: “Le royalties in Italia sono bassissime, si parla di 10-15mila euro all’anno per il Comune su cui insiste l’impanto, ma in compenso si creano danni all’agricoltura e inquinamento, a causa delle emissioni delle raffinerie”. E ora, evidenzia Favia, gli scienziati hanno pure evidenziato il rischio per l’innesco di terremoti.

E allora perché viale Aldo Moro non dice no alle trivelle? “C’è un progetto speculativo di Snam e Banca Europea per gli Investimenti – spiega Favia – che vorrebbe creare nella pianura padana un grande sito di stoccaggio per il gas africano e russo, da acquistare quando costa poco e rivendere quando sale di prezzo”. Il sospetto del consigliere è che questo progetto condizioni le scelte della Regione.

“Ora la Regione prende provvedimenti a metà – afferma invece Defranceschi – perché se è vero che vengono fermate le autorizzazioni per le nuove estrazioni, quelle vecchie continuano a funzionare”.
Per il consigliere pentastellato dovrebbe invece vigere il principio di precauzione, “secondo il quale se non si ha la certezza che una cosa faccia bene o faccia male non si fa in attesa che gli studi diano certezze”. Invece, lamenta il grillino, la maggioranza continua nell’atteggiamento di ambiguità che aveva portato a bocciare un emendamento al Piano Energetico Regionale, presentato da Defranceschi stesso e che chiedeva lo stop alle trivelle, già nel 2011.