Dopo le proteste sollevate contro la costruzione del polo logistico di Altedo, non molto lontano, nell’Unione Reno Galliera, i Comuni scelgono una strada che sembrerebbe mostrare più sensibilità sul problema del consumo di suolo e sulla partecipazione della cittadinanza. È stato presentato ieri mattina, infatti, il percorso del nuovo Piano Urbanistico Generale che si presenta in forma totalmente inedita: un unico strumento per gli otto Comuni dell’Unione Reno Galliera, che pongono al centro del proprio percorso partecipato la rigenerazione e lo sviluppo urbano.

La strategia di trasformazione del territorio vuole coinvolgere la cittadinanza nel processo di redazione del documento, con l’obiettivo di costruire una rete sociale in grado di esprimere dal basso i reali bisogni delle persone. E questa può essere letta indirettamente come una risposta a quanto accaduto ai confini dell’Unione, nella frazione di Altedo di Malalbergo. Una risposta che, ad ogni modo, è ancora in fase di elaborazione e vedrà la luce con l’effettiva entrata in vigore del Pug nella prossima primavera.

Unione Reno Galliera, il Pug unitario e partecipato

È stato il presidente dell’Unione Reno Galliera, Claudio Pezzoli, ad illustrare il percorso partecipato del Piano Urbanistico Generale (Pug) dei comuni di Argelato, Castello d’Argile, Galliera, Pieve di Cento, Bentivoglio, San Pietro, San Giorgio e Castel Maggiore.
Il documento, ancora in fase di redazione, si presenta però in una forma unitaria innovativa. Uno strumento unico per tutto il territorio, infatti, non era mai stato realizzato nella provincia bolognese.
«È la prima Unione di Comuni della città metropolitana ad avviare un progetto di questo tipo» spiega Pezzoli, introducendo quelle che saranno le linee guida del nuovo piano e che vedrà poste al centro del lavoro la rigenerazione urbana e l’innovazione sociale.

Il Pug è, infatti, quell’insieme di strategie rivolte alla tutela e allo sviluppo del territorio. Quello attuale è stato rimesso in discussione nel 2018, quando i Comuni avevano avviato le procedure di ridefinizione del documento, mettendovi al centro nuovi obiettivi per migliorare il territorio stesso.
«Il Pug – sottolinea Pezzoli – è il principale strumento definito dalla Legge 24 del 2017 per la programmazione e pianificazione di tutto il territorio»; una legge regionale che mira «a valorizzare le qualità delle proposte progettuali e alla sostenibilità ambientale degli interventi», per cercare nuove strategie che sappiano contrastare l’impatto ambientale e adattarsi ai cambiamenti climatici che stiamo vivendo.

Lo strumento normativo del Piano è stato presentato alla Città Metropolitana lo scorso anno, integrando nel disegno urbanistico anche i cittadini. Grazie anche al lavoro di Fondazione per l’Innovazione Urbana, la cittadinanza è stata inserita nella stesura del disegno attraverso un percorso di ascolto e revisione del progetto. E questo è il secondo carattere innovativo della pianificazione in corso.
«Il processo di pianificazione parte da un’attenta analisi del territorio», prosegue il presidente dell’Unione.

Con questa piega condivisa e partecipativa del Pug, infatti, il progetto vorrebbe estendersi nel tessuto sociale con diversi strumenti, di cui la consultazione ne è un esempio.
Attraverso laboratori territoriali tematici ed iniziative nelle scuole, infatti, si vorrebbe consentire agli abitanti dei Comuni di esprimere le proprie idee sui contenuti. Allo stesso modo funzionerebbe il Sistema informativo territoriale, la piattaforma digitale dove esprimere nascenti bisogni ed implementare costantemente il Pug con libere partecipazioni.

Il suolo, bene comune dei cittadini

L’introduzione dei nuovi strumenti, che mirano ad amplificare i bisogni dei cittadini, sembrerebbe una risposta indiretta a quelle voci dal basso che da mesi chiedono il rispetto dell’ambiente.
Il caso emblematico riguarda un territorio confinante con la Reno Galliera, quello del Comune di Malalbergo, nella cui frazione di Altedo dovrebbe sorgere un polo logistico che andrebbe a cementificare 72 ettari di terreni agricoli. Le proteste hanno riguardato soprattutto il consumo di suolo, tema evocato ieri dallo stesso Pezzoli.
Nelle intenzioni dell’Unione, dunque, quello illustrato è un progetto di una «cultura – che preannuncia di farsi – più attenta alla sostenibilità ambientale e al consumo di suolo», e che vede nel Pug un importante strumento per affrontare sfide inedite, proprio come quella del consumo di terreno agricolo e naturale.

Emily Pomponi

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