Oltre che sulla salute fisica, il Covid e le restrizioni imposte per evitarne la diffusione hanno un forte impatto sulla salute mentale. Per questo motivo la consigliera Roberta Mori ha firmato una risoluzione in Assemblea legislativa per promuovere una prevenzione mirata, un più tempestivo e facilitato accesso ai percorsi di diagnosi e cura e indagini che misurino l’impatto della pandemia sulle forme depressive presenti nelle diverse fasce di popolazione, distinte per età e genere.

Depressione e Covid, un rischio concreto

Ormai sono diversi gli studi che certificano un impatto negativo della pandemia sulla salute mentale. L’ultimo in ordine di tempo è lo studio di revisione condotto dalla Società Italiana di Psichiatria (Sip), dal quale emerge che un italianə su tre rischia di sviluppare i sintomi del disturbo da stress post-traumatico a causa della pandemia di Covid-19. Tra le categorie più esposte vi sono i sopravvissuti all’infezione, in particolare chi ha superato la terapia intensiva e gli operatori sanitari, mentre nelle popolazione l’impatto risulta particolarmente gravoso per donne, giovani e “caregiver”.

Gli allarmi si moltiplicano, dunque, ma fino a questo momento le istituzioni non hanno predisposto piani straordinari per fronteggiare la situazione. Se i centri di salute mentale hanno rafforzato i propri servizi, come è successo ad esempio a Bologna durante il lockdown, ciò potrebbe non essere sufficiente per raggiungere le persone che manifestano disagi e disturbi.
«Già prima, e al netto dell’emergenza pandemica – ricorda la consigliera regionale Roberta Mori – le stime ci parlavano di circa 3,5 milioni di malati di depressione in Italia, di cui oltre 2 milioni donne. In Emilia-Romagna sono circa 85.000 coloro che soffrono di depressione maggiore, ma le diagnosi sono appena la metà».

Ad aggravare il quadro ci ha pensato la pandemia, che ha mostrato come siano soprattutto le persone tra i 18 e i 29 anni e tra i 30 e i 44 ad essere colpite da ansia, noia, depressione, insofferenza per i limiti sociali, con percentuali di aggravamento in media del 20% a causa del prolungarsi della segregazione. «Va poi considerato l’effetto sui malati di Covid. – sottolinea la consigliera PD – Uno su cinque sviluppa disturbi psichiatrici tra i 14 e 90 giorni dopo la diagnosi, come riportato dalla rivista The Lancet Psychiatric».

Di qui l’idea di una risoluzione che chiede alla Regione di attrezzarsi rapidamente, prevedendo campagne di sensibilizzazione rivolte in particolare a donne e giovani per una informazione corretta sulla depressione, sui sintomi e sui servizi disponibili, con il primo obiettivo di limitare fenomeni di isolamento e solitudine.
La strada proposta è quella elaborata nel manifesto “Uscire dall’ombra della depressione“, promosso dalla Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere), realizzato con il patrocinio della SIP e della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, che suggerisce la realizzazione di test di screening rivolti a popolazioni considerate a rischio, al fine di poter agire prima che la depressione si manifesti o comunque in una fase precoce ed altri strumenti multidisciplinari ad hoc per la diagnosi, presa in carico e terapia.

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