È morto all’età di 70 anni, stroncato da una malattia fulminea, il giornalista Andrea Purgatori. Inviato del Corriere della Sera dal 1975 al 2000, poi saggista e sceneggiatore, gran parte del suo impegno professionale è stato dedicato alla ricerca della verità per la strage di Ustica del 27 giugno 1980.
Sono proprio i famigliari della strage, rappresentati dalla presidente della loro associazione, Daria Bonfietti, a ricordare l’impegno di Purgatori per ottenere verità e giustizia per il disastro aereo provocato da un missile.

L’impegno di Andrea Purgatori per la verità sulla strage di Ustica

«L’impegno di Andrea è stato grandissimo, importante, fondamentale – commenta ai nostri microfoni Bonfietti – Per la vicenda di Ustica è stato il primo a parlarne, a soli 27 anni». In particolare, la presidente dei famigliari delle vittime della strage ricostruisce come, grazie ad una telefonata di un amico militare dalla base di Ciampino che suggeriva al giornalista di prestare attenzione alle informazioni che sarebbero uscite sul Dc9 Itavia caduto sui cieli di Ustica, Purgatori non credette alla versione ufficiale diffusa in un primo momento, quella che parlava di un cedimento strutturale dell’aereo.

«Da quel momento la sua battaglia è stata sempre e solo nella direzione di riuscire a scoprire per quale motivo gli uomini delle nostre istituzioni ci avevano raccontato delle balle», aggiunge Bonfietti.
Una verità ufficiale menzognera che provocò conseguenze anche oltre la strage, con il fallimento della compagnia aerea e un migliaio di lavoratori che persero il posto.
«La telefonata dell’amico militare permise ad Andrea Purgatori di non fermarsi mai – sottolinea Bonfietti – Anche quando, pochi mesi dopo, di questa vicenda pochi parlavano».

E ancora, nell’82 Purgatori riuscì a parlare a Londra con John Tresue, esperto missilistico del Pentagono, secondo cui il Dc9 era stato abbattuto da un missile.
Un lavoro di indagine che, ben prima della nascita dell’associazione dei famigliari, negli anni 1985-86. «Se non ci fosse stato quel tarlo di Purgatori sulla possibile non verità del cedimento strutturale – ammette la presidente – Anche io e anche noi oggi non saremmo qui a poter raccontare che per merito suo alla verità siamo arrivati».

Il lascito di Andrea Purgatori, dunque, è quello di non credere alle verità ufficiali. Ed è per questo che Bonfietti fa sapere che la battaglia per arrivare alla verità completa, quella che riveli anche chi furono gli esecutori materiali della strage e le motivazioni che portarono a lanciare un missile contro un aereo civile in tempo di pace, verrà condotta anche in onore del giornalista scomparso.

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