Sono passati ormai due anni dai tragici giorni del marzo 2020 quando 14 detenuti persero la vita in diverse carceri italiane in seguito alle rivolte scoppiate per le preoccupazioni legate al Covid 19.
Tra i 14 morti ben 9 riguardarono l’istituto di pena Sant’Anna di Modena.
Tutti i decessi sono stati velocemente archiviati come morti per overdose di metadone, ma nella ricostruzione di quei momenti sono diversi i punti che non tornano, come testimoniano anche alcune inchieste giornalistiche. A restare aperti, anche grazie al clamore dei fatti di Santa Maria Capua Vetere, sono i fascicoli per il reato di tortura.

Carcere, le iniziative a Modena

Per tenere accesa l’attenzione venerdì 11 e sabato 12 marzo, a Modena, il Comitato Verità e Giustizia organizza una serie di iniziative intitolate “Noi non archiviamo”.
L’iniziativa nasce anche su impulso di una rete nazionale che si è formata in seguito alle morti nelle carceri e di cui fa parte anche l’Associazione Bianca Guidetti Serra.
Tutto il ricavato delle iniziative verrà impiegato per riportare in Tunisia il corpo di Hafedh, morto durante la rivolta del carcere di Modena. «Lo abbiamo promesso a sua madre», osserva ai nostri microfoni Alice del comitato.

Ecco il programma della due giorni:

Venerdì 11 marzo
al Circolo Arci Vibra – Viale IV Novembre, 40/a, Modena:
18.00 : assemblea pubblica e presentazione del secondo dossier sulla strage del Sant’Anna
20.30: proiezione di “Anatomia di una rivolta”, servizio per RaiNews24 di Maria Elena Scandaliato e Giulia Bondi
22.00: Banda POPolare dell’Emilia Rossa / Dandy Bestia / giorgiocanali in concerto

Sabato 12 marzo:
16.00 : piazzale San Giorgio – Performance di danza contemporanea a cura di Rylab, mostra itinerante a cura di Associazione Antigone Emilia Romagna
17.00 : largo Sant’Eufemia – Reading poetico del collettivo Modena city rimers
18.00 : piazzetta Pomposa – poesie con Alberto Masala – Microfono aperto e birra per i detenuti presso Jutacafè Modena

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALICE: