L’inchiesta sulle morti nel carcere Sant’Anna di Modena seguite alla rivolta del marzo 2020 potrebbe essere archiviata. La procura del capoluogo emiliano ha chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto. Secondo gli inquirenti, otto dei nove decessi sarebbero conseguenza di overdose da metadone e altri farmaci dopo l’assalto all’infermeria e la condotta della polizia penitenziaria e del personale medico non mostrerebbe sottovalutazioni o comportamenti illeciti.
Contro questa richiesta, il Comitato Verità e Giustizia manifesterà nel piazzale antistante l’ingresso della casa circondariale il 7 marzo alle 10.30, un anno dopo le rivolte.

Carcere Modena, la manifestazione del 7 marzo

Il Comitato non accetta che la vicenda si concluda in questo modo. In questi mesi ha raccolto un dossier di testimonianze, dalle quali emerge che durante e in seguito alle rivolte, in particolare nei trasferimenti al carcere di Ascoli, ci furono pestaggi da parte della polizia penitenziaria verso i detenuti provenienti da Modena. Cinque detenuti, in particolare, hanno sporto denuncia consentendo l’apertura di un fascicolo.
I morti durante la rivolta furono cinque, ma altri quattro detenuti furono trasferiti in altri istituti penitenziari, nei quali morirono nei giorni successivi, nonostante le loro condizioni di salute fossero già gravi.

Al momento della sua presentazione pubblica, il Comitato Verità e Giustizia aveva sottolineato che, anche prendendo per buona la versione ufficiale, nel carcere di Modena potrebbe essersi registrata un’omissione di soccorso che non impedì la morte dei detenuti. «Ricordiamoci che alcune persone sono morte durante il trasferimento o a trasferimento avvenuto – sottolinea ai nostri microfoni Alice, portavoce del comitato – Anche se fosse che tutti i morti sono stati causati dall’abuso di metadone, la responsabilità della morte di queste persone va chiarita, perché una persona in fin di vita non deve essere trasferita».

Il dossier elaborato dal comitato si compone di 122 pagine, suddivise per mese, in cui si ricostruiscono le informazioni che sono uscite a proposito della vicenda, più testimonianze inedite. «Le testimonianze sono molto interessanti perché, aldilà delle cause della morte delle persone, c’è da indagare anche sul comportamento delle istituzioni penitenziarie nei confronti di chi veniva da Modena e, secondo loro, aveva preso parte alla rivolta, anche se non era così».
Il dossier sarà presentato proprio il 7 marzo durante la manifestazione e successivamente inviato alle redazioni e a tutti coloro che fossero interessati.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALICE: