II cinema come terapia e come strumento di benessere in condizioni di disagio. Sono questi gli obiettivi di Cinevasioni.edu, progetto finalizzato a portare il linguaggio e la cultura cinematografica all’interno di realtà complesse come le carceri e gli ospedali e all’interno delle scuole, aprendo questi luoghi a professionisti, formatori, studenti e studiosi del cinema. L’iniziativa, ideata e diretta dal Centro per lo Sviluppo Creativo dell’Associazione CORSO DOC di Bologna, che sviluppa le attività e le produzioni audiovisive del Corso Documentaristico-Cinematografico del Liceo Laura Bassi, è stata selezionata da MIC e MIM all’interno del progetto finanziato dal “Piano Nazionale Cinema per la Scuola-progetto di Rilevanza Territoriale” e mira a valorizzare il linguaggio cinematografico non solo come forma d’arte, ma anche come strumento per evadere dalla quotidianità.

Il cinema come terapia nella rassegna Cinevasioni.edu

Il progetto parte dalla volontà di portare il cinema in luoghi in cui l’accesso alla cultura all’arte risulta più ostico. «Andare nei luoghi della sofferenza o della cura come possono essere gli ospedali o le carceri, in cui le persone si trovano in una condizione di costrizione, questo può essere una grande occasione per loro ma anche per il cinema», dice ai nostri microfoni Massimo Mezzetti, direttore generale di Biografilm, partner del progetto. Massimo descrive così lo spirito del progetto: «ci spinge a far sì che il cinema non sia soltanto un’occasione di svago e intrattenimento, ma anche veicolo di linguaggi, di idee, pensieri e riflessioni». L’idea -continua Massimo- è di «far incrociare e contaminare tra loro diversi pubblici e diverse generazioni», infatti il progetto prevede che le proiezioni siano viste collettivamente da detenuti e da persone esterne, da persone ricoverate e dai loro parenti.

Presso la Casa Circondariale “Rocco d’Amato”, sono in programma due sezioni: il laboratorio “BATTI LEI: Il ragionier Ugo Fantozzi”, a cura del prof. Fabrizio Buratto e rivolto ai soli studenti della scuola in carcere del CPIA “Eduard Lindeman” di Bologna e la rassegna cinematografica LIBERA-MENTE, aperta anche al pubblico esterno, in particolare agli studenti di alcuni istituti superiori di Bologna. Il laboratorio aperto ad una trentina di studenti in carcere è dedicato a Fantozzi, un sovversivo che tenta di ribellarsi in ogni modo ai vari Megadirettori e al potere opprimente del consumismo. La rassegna cinematografica aperta anche al pubblico esterno si terrà nella nuova Sala AtmospHera; «torna la centralità della sala, perché per un ospedalizzato o un detenuto è l’unica opportunità per vedere il grande cinema all’interno della sala», dice ai nostri microfoni Massimo Mezzetti. Qui sono previsti 5 film alla presenza di autori e critici cinematografici. Si comincerà il 25 gennaio con “Diabolik – Ginko all’attacco!”, saranno presenti i registi.

L’ospedale Maggiore di Bologna ospita invece la rassegna cinematografica “Prime visioni in ospedale” curata da Filippo Vendemmiati con la collaborazione del team di Biografilm, nell’ambito della quale dieci film saranno presentati da registi/e critici cinematografici.
Anche qui, alcune proiezioni prevedono l’incontro con gli autori. Le proiezioni sono rivolte ai pazienti dell’ospedale con i familiari e accompagnatori, al personale sanitario e amministrativo e agli studenti delle scuole in ospedale e degli istituti secondari che aderiscono al progetto.

Ancora, il cinema Odeon di Bologna ospiterà l’iniziativa “La scuola al cinema” con la rassegna cinematografica “mestieri del cinema”, curata da Piero Di Domenico e Fabrizio Palaferri. La rassegna prevede un ricco calendario di incontri con autori, registi e professionisti del cinema, per approfondire le tematiche e gli argomenti in occasione delle proiezioni.
Infine, Cinevasioni.edu è anche Cinescuola.Lab: 20 laboratori per gli studenti degli Istituti scolastici di II grado finalizzati all’apprendimento e all’utilizzo del linguaggio audiovisivo e alla realizzazione di prodotti cinematografici sulle tematiche di memoria, diritti e legalità.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MASSIMO MEZZETTI: