Si è aperto oggi, anche se si svolge rigorosamente a porte chiuse, il plenum del Partito Comunista Cinese (Pcc). Per quattro giorni 400 delegati del partito si trovano a discutere su un unico punto all’ordine del giorno, che attiene ad una valutazione sui cento anni dalla nascita del partito stesso.
Il plenum rappresenta una sorta di lavoro preparatorio in vista del congresso del Pcc, che si svolgerà a fine 2022 e, secondo molti osservatori, si tratta di un passaggio formale per conferire ancora più potere al presidente Xi Jinping, portandolo verso un terzo mandato.

Il Pcc in plenum: la Cina punta ancora su Xi Jinping

«Ogni indizio lascia intendere un consolidamento delle tendenze in atto – osserva ai nostri microfoni il ricercatore Alessandro Albana – Lo stesso plenum è dedicato storicamente all’ideologia e al consolidamento della forza del partito e della sua coesione».
Dai lavori del plenum, dunque, ci si aspetta un’ulteriore stretta attorno a Xi Jinping, che potrebbe condurlo fino ad un terzo mandato.
«Non è il plenum a dare indicazioni puntuali in questo senso – precisa Albana – ma soltanto poche volte nella storia del Pcc la valutazione dei risultati al centro del plenum è stata esclusivamente positiva».

Ma quali sono gli elementi che hanno contraddistinto l’operato di Xi Jinping al punto da confermargli la fiducia del partito? «Rispetto all’inizio del primo mandato, quindi 2012-2013 – osserva il ricercatore – c’è una tendenza a vedere in Xi Jinping l’uomo forte che si desidera. Anche all’interno delle varie anime del partito, che non è mai stato un monolite cristallizzato, si è visto in Xi l’uomo giusto per affrontare le sfide che la Cina si trova davanti. Ciò non nega in alcun modo il tratto caratteristico dell’operato di Xi Jinping, che è improntato ad un approccio molto più autoritario e molto meno disposto alla tolleranza rispetto ai suoi predecessori».

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALESSANDRO ALBANA: