Da domani tutta l’area metropolitana di Bologna entrerà in zona “arancione scuro”. Si tratta di un incremento delle restrizioni che diverge dalla zona rossa solamente per l’apertura di negozi e la continuazione delle attività produttive. La decisione è arrivata ieri da un vertice in Regione e ha lo scopo di arginare la nuova crescita della curva epidemiologica dovuta in larga parte alle varianti del Covid-19.
Le nuove restrizioni, che includono anche la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado tranne nidi e materne, possono avere un impatto sull’organizzazione della vita di lavoratrici e lavoratori. Per questo motivo Fiom, Fim e Uil lanciano un appello alle aziende.

Zona arancione scuro, l’appello dei sindacati

I segretari provinciali bolognesi dei sindacati metalmeccanici lanciano un appello alle aziende a fronte delle nuove restrizioni che entreranno in vigore da domani, sabato 27 febbraio. In particolare le richieste avanzate sono tre: da un lato permettere a tutti i lavoratori “remotizzabili” di svolgere le proprie mansioni da casa, dall’altro di attivare permessi aggiuntivi per i genitori con figli a casa coinvolti in didattica a distanza. Al governo, invece, si chiede di ripristinare i congedi parentali Inps scaduti il primo febbraio.

Le richieste arrivano dopo che Cgil, Cisl e Uil nazionali hanno scritto ai ministri Andrea Orlando ed Elena Bonetti per richiedere un incontro sulla necessità di prevedere congedi parentali rivolti ai genitori di figli minori di 14 anni iscritti a scuole e attività didattiche di ogni ordine e grado per le quali sia stata disposta la sospensione dell’attività didattica in presenza, indipendentemente dallo scenario di gravità e dal livello di rischio in cui è inserita la regione dove è ubicata la scuola, mentre attualmente la possibilità c’è solamente nelle zone rosse.

In attesa che arrivi un provvedimento del governo in questo senso, però, i sindacati chiedono che le aziende, attraverso accordi con le rsu o in modo autonomo, concedano permessi aggiuntivi per agevolare lavoratici e lavoratori. «Le aziende devono venire incontro ai lavoratori», sintetizza ai nostri microfoni Michele Bulgarelli, segretario provinciale della Fiom.
Allo stesso tempo Fiom, Fim e Uilm chiedono che a tutte le aziende metalmeccaniche del territorio di Bologna di adoperarsi immediatamente per permettere a tutti i propri dipendenti che svolgono mansioni “remotizzabili” di prestare la propria attività lavorativa in “smart work”. Una misura che concorrerebbe al contenimento della pandemia.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MICHELE BULGARELLI: