La risposta dei movimenti al sindaco Merola che vuole rivedere le convenzioni con i centri sociali protagonisti degli scontri di sabato: “Se tira dritto torniamo ad occupare, non accettiamo lezioni di legalità da chi ha fatto commissariare il Comune ed ha esponenti inquisiti e condannati”. E sulla violenza: “Giusto esprimere il dissenso in modo forte, in piazza ci sono ragazzi che non hanno prospettive per il futuro”. Condannato a 8 mesi l’attivista arrestato.
Merola chiede nessuna violenza di piazza: i collettivi rispondono
Presidio e conferenza stampa, questa mattina, dei movimenti che hanno dato vita sabato scorso alla manifestazione contro l’austerity, incarnata dal presidente di Bankitalia Ignazio Visco, e contro il neofascismo di Forza Nuova.
Da un lato gli attivisti dei centri sociali hanno espresso solidarietà a Matteo, il ragazzo arrestato nel corso degli scontri con le forze dell’ordine, che oggi è stato processato per direttissima e condannato a 8 mesi con la possibilità di recarsi al lavoro. Dall’altro vogliono rispondere anche al sindaco di Bologna Virginio Merola, che ieri ha manifestato il suo disappunto per la violenza in piazza, annunciando di voler rivedere le convenzioni con quei centri sociali (Tpo, Xm24, Lazzaretto e Vag61) che si fossero resi protagonisti degli sconti.
“Tutte le realtà in piazza rivendicano quanto è accaduto – afferma ai nostri microfoni Domenico Mucignat del Tpo – Spero che la minaccia di Merola sulle convenzioni rientri, che non insegua la destra o alcuni esponenti del Pd, perché il lavoro quotidiano che svolgono quegli spazi è molto importante”. L’attivista poi precisa che i centri sociali non possono e non vogliono rinunciare ad esprimere, anche in modo determinato, il loro dissenso solo in virtù di una convenzione e fa sapere che gli spazi sono pronti a tornare ad occupare qualora Merola proceda con la rottura delle convenzioni.
Quanto alle forme di protesta forti, al centro anche di un dibattito nelle settimane scorse, l’esponente del Tpo risponde fornendo una fotografia sociale: “I ragazzi che sono in piazza non hanno prospettive per il loro futuro, chi critica la loro determinazione dai palazzi dovrebbe fare qualcosa per risolvere la situazione”.
No, quindi, al “vecchio dibattito” su violenza e non-violenza. “Non si può solidarizzare con le proteste di Gezi Park – continua Mucignat – e poi scandalizzarsi se le stesse cose succedono a Bologna”. E al sindaco che richiama alla legalità: “Noi non prendiamo lezioni dal partito che ha fatto commissariare il Comune per due anni o per esponenti dello stesso partito inquisiti o condannati in Regione”.