Martedì prossimo, 8 novembre, negli Usa si terranno le elezioni di midterm. Come prevedono le regole negli Stati Uniti, a metà mandato di ciascuna amministrazione gli elettori e le elettrici statunitensi sono chiamati a rinnovare la Camera e un terzo del Senato.
Tutti i sondaggi danno quasi per certo che il presidente Joe Biden vada verso lo scenario che in America viene definito “anatra zoppa“, perdendo la maggioranza in almeno uno dei rami del Congresso.

Biden anatra zoppa? Le prospettive sulle elezioni di midterm

«È quasi certo che i Repubblicani riprenderanno la maggioranza alla Camera – osserva i nostri microfoni il giornalista Martino Mazzonis – mentre al Senato, dove i Democratici al momento hanno la maggioranza di un voto, è veramente difficile capire cosa succederà, perché ci sono sei o sette seggi dove i sondaggi danno una forbice davvero ristretta».
In particolare, i Democratici sembrano aver esaurito il balzo in avanti che era arrivato dalla sentenza della Corte Suprema che ha di fatto vietato l’aborto a livello federale. L’inflazione e il caro carburante, che si registra anche negli Usa, sta penalizzando il partito al potere.

«Negli ultimi 30 o 40 anni – ricorda il giornalista – c’è solo un presidente che ha mantenuto la maggioranza alle elezioni di midterm». Lo scenario dell’anatra zoppa, dunque, è abbastanza frequente.
I seggi in bilico per il Senato, dunque, sono quelli dell’Arizona, dove i Democratici sono in vantaggio, insieme a Georgia, Ohio, Pennsylvania, Nevada, Wisconsin e North Carolina. Proprio per queste situazioni in bilico, in questi ultimi giorni è tornato a fare comizi anche Barack Obama. L’ex presidente non sposterà voti, ma il suo impegno servirà a ricordare alle minoranze l’importanza di andare a votare, visto che afroamericani, ispanici e giovani solitamente partecipano meno alle elezioni di midterm.

Ma un possibile cambio di maggioranze al Congresso potrebbe in qualche modo condizionare le scelte dell’amministrazione statunitense sullo scenario internazionale? «Sì e no – osserva Mazzonis – La parte più estrema del partito repubblicano, quella trumpiana, tende ad avere un atteggiamento isolazionista in politica estera, quindi potrebbe smettere di sostenere gli aiuti all’Ucraina, ma l’establishment del partito è su posizioni molto vicine a quelle di Biden».
Da un’analisi del Washington Post sulle posizioni dei candidati repubblicani, però, emerge che circa 300 sono su posizioni trumpiane. Ciononostante, per quanto importante il sostegno del Congresso, la politica estera degli Usa è gestita abbastanza in autonomia dall’amministrazione.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MARTINO MAZZONIS: