Dopo lo sgombero di pochi giorni fa dell’occupazione del collettivo LUnA, che era entrato nell’Istituto Santa Giuliana per scongiurarne la vendita e la speculazione, oggi è Plat – Piattaforma di intervento sociale ad aver occupato uno stabile, vuoto da molto tempo, in via Carracci 63.
La palazzina era di proprietà di Acer che voleva alienarla, ma lo stop alla svendita di patrimonio pubblico decisa da Palazzo D’Accursio l’ha riconsegnata nelle mani del Comune.

In via Carracci la nuova occupazione di Plat che punta sull’autorecupero

L’occupazione di Plat vuole proseguire il percorso di “Radical Housing”, iniziato con l’occupazione in via Raimondi e spostatosi in via di Corticella. Ora si aggiunge una nuova occupazione abitativa, il cui obiettivo è il riconoscimento della pratica dell’autorecupero, come spiega ai nostri microfoni Luca di Plat.
«Chiediamo una nuova normativa per l’autorecupero – sottolinea l’attivista – come già esiste nella Regione Lazio e nella Regione Toscana».

Tra gli hashtag utilizzati per presentare la nuova occupazione, anche #UnaCasaPerAmare. In questo modo Plat annuncia anche la partecipazione alle prossime mobilitazioni, come la manifestazione degli Stati Genderali del prossimo 28 ottobre, e sottolinea come il diritto alla casa impatti anche nei casi di violenza di genere, con donne che si ritrovano senza un tetto.
Plat cita poi il caso di una giovane madre che pochi giorni fa ha deciso di suicidarsi nel quartiere Savena, anche in seguito all’annuncio di uno sfratto. E avanza un appello: «Vogliamo dire di non lasciarsi andare – sottolinea Luca – I nostri sportelli sono aperti, possiamo unirci per pretendere il diritto alla casa».

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