A Bologna nasce una nuova occupazione abitativa, un condominio sociale denominato “Radical Housing Project“. In via Raimondi 41 gli attivisti e le attiviste di Plat – Piattaforma d’intervento sociale sono entrati in uno stabile di Asp abbandonato da tempo per dare vita a un progetto che si propone con un approccio diverso rispetto a quelli visti finora. Gli occupanti, infatti, fanno parte di una cooperativa di abitanti che si propone di autorecuperare gli alloggi per dare una risposta transitoria a chi vive il disagio abitativo in città.

L’occupazione di via Raimondi: il condominio sociale Radical Housing Project

Sarà l’assemblea pubblica prevista per domani pomeriggio a spiegare nel dettaglio l’idea che sta alla base del condominio sociale “Radical Housing Project”. A partire dalla forma che ha portato ad entrare nello stabile di via Raimondi. «La cooperativa di abitanti è composta da 87 persone – spiega ai nostri microfoni Luca di Plat – Si tratta di persone sfrattate per morosità incolpevole o che vivevano situazioni di disagio abitativo, come famiglie sistemate in albergo, situazioni non idonee». Tra i cooperanti, però, ci sono elettricisti, idraulici ed altre professionalità che potrebbero riprendere una pratica che anche Bologna ha conosciuto nel dopoguerra: l’autorecupero.

L’idea, infatti, è quella che siano le persone che vivono il problema della casa a recuperare alloggi pubblici o privati, vuoti da anni, per farne una soluzione abitativa transitoria in città.
«Il modello può essere replicato altrove – sottolinea l’attivista – Oggi solo a Bologna abbiamo cinquemila persone in attesa di casa popolare. Radical Housing Project non vuole essere una risposta definitiva, ma un passaggio verso le case popolari».

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