Venerdì scorso è nata una nuova occupazione abitativa in città. Si tratta della versione 2.0 di Radical Housing, il progetto di PLAT, piattaforma d’intervento sociale, che per tre mesi aveva occupato un condominio vuoto in via Raimondi. Ora che sono partiti i lavori di recupero dell’immobile grazie ai fondi del Pnrr, l’occupazione si è spostata in uno stabile abbandonato in via di Corticella. Ieri pomeriggio la prima assemblea della nuova occupazione.

Casa, l’occupazione di Plat in via di Corticella

Lo stabile in cui sono entrati attivisti e attiviste di Plat venerdì scorso è di proprietà dell’Asl. L’immobile, però, era vuoto da tempo e purtroppo diventato uno spazio dell’eroina, come racconta ai nostri microfoni Luca di Plat.
«Ora, grazie all’autorecupero, saremo in grado di consegnare appartamenti in cui potranno vivere famiglie che, a causa della scarsa disponibilità di alloggi di transizione, rischiano di restare per strada».

È proprio per questa ragione che, terminata l’esperienza di via Raimondi, Plat ha deciso nuovamente di occupare. Nonostante il dialogo con l’Amministrazione e le soluzioni alternative offerte ad alcune famiglie, infatti, per altre le istituzioni non hanno potuto trovare alloggi.
«In questo momento viviamo il definanziamento del sistema welfaristico – osserva l’attivista – l’abbondanza di sfratti per finita locazione, l’arrivo di una nuova ondata migratoria che ha portato in città molti richiedenti asilo. Tutto ciò ha portato a una mancanza di alloggi di transizione e di case popolari».

Nonostante ciò in città sono presenti molti immobili pubblici in stato di abbandono e il “Radical Housing” di Plat vuole poprio intervenire su questo. In particolare, grazie all’autorecupero e alle competenze maturate dal movimento per il diritto all’abitare in questi anni, l’attivismo può arrivare dove le istituzioni non riescono e fornire una possibile risposta a quante e quanti vivono il problema della casa, sempre più grave a Bologna.

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