Il Comune di Bologna aumenta i fondi per le scuole paritarie private, un nervo scoperto fin dal 2013, quando i bolognesi si espressero con un referendum contro i finanziamenti. L’allora sindaco Virginio Merola, però, tirò dritto nonostante la consultazione popolare e il suo successore, Matteo Lepore, ora va ad aumentare le risorse per le scuole private.
Scuola e Costituzione, associazione in prima linea contro i finanziamenti già 9 anni fa, ora lancia una petizione contro la decisione della giunta.

Scuole paritarie private, gli ex referendari lanciano una petizione contro l’aumento dei fondi

Nella giornata di oggi è il Consiglio comunale ad esprimersi sull’aumento dei fondi alle scuole paritarie. Una giornata in cui le tensioni rimaste sotto la cenere dopo il referendum del 2013 sono riaffiorate. Da un lato è l’assessore comunale all’Istruzione, Daniele Ara, a difendere i finanziamenti alle private. Secondo Ara, senza le paritarie private il 15% degli alunni bolognesi non avrebbe accesso alla scuola.
Dall’altro è Confcooperative, per bocca del suo presidente Daniele Ravaglia, a scagliarsi contro chi è contrario ai finanziamenti. «Battersi per togliere fondi alle scuole paritarie non è civismo – sostiene Ravaglia – Posizioni di questo tipo contrastano con il dovere di garantire una scuola pluralista, oggi già messa a rischio dagli extra-costi energetici».

È bastato dunque l’annuncio di una petizione a scaldare l’atmosfera, forse proprio perché sia le imprese educative private che il Comune sulla volontà popolare e la partecipazione hanno già registrato uno scorno.
«Noi abbiamo pensato di reagire a questo aumento delle risorse soprattutto perché la discussione è rimasta dentro il palazzo, nonostante il referendum del 2013», osserva ai nostri microfoni Bruno Moretto di Scuola e Costituzione, che annuncia lo strumento della petizione per coinvolgere nella discussione anche i cittadini e le cittadine di Bologna.

L’aumento di 130mila euro del fondo per le scuole paritarie private licenziato dalla giunta si va ad aggiungere alle altre risorse che ogni anno Palazzo D’Accursio destina alle scuole private, portando il totale dei finanziamenti a 1,1 milioni di euro.
«Noi non siamo mai stati contro l’esistenza delle scuole private – precisa Moretto – Se un genitore pensa di iscrivere il proprio figlio o la propria figlia ad una scuola privata è giusto che possa farlo, ma perché dobbiamo pagare tutti noi questa scelta, dal momento che la Costituzione dice che le scuole private possono esistere senza oneri per lo Stato?».

Le argomentazioni che si ripropongono sono tali e quali a quelle di quasi un decennio fa, quando il Comune sosteneva la necessità di finanziare le paritarie private per avere una copertura di tutti i posti nelle materne e i referendari, costituzione alla mano, sostenevano che deve essere il pubblico a farlo.
«Se il Comune non ce la fa di suo, perché non si rivolge allo Stato?», sottolinea Moretto, che osserva come Bologna presenti un’anomalia a livello nazionale, con il 60% di posti in scuole materne comunali e una minima parte in scuole statali.

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