Il film propagandistico più censurato, mutilato, tagliuzzato, alterato, rimontato, praticamente in tutto il mondo, a cominciare dal suo paese d’origine, proprio perchè giudicato troppo sovversivo, così è stato per “La corazzata Potiomkin” (1925) di Sergei Eisenstein (oggetto pure d’una celeberrima parodia cinematografica), almeno fino al 2005, quando viene finalmente riportato allo stato originario, secondo gli intendimenti del suo creatore.

E finalmente, in tale occasione, vengono anche ripristinate le musiche scritte dal giovane compositore tedesco Edmund Meisel (1894- 1930), commissionategli, con felice intuito, dal distributore in Germania, partitura scomparsa per decenni e riaffiorata, in riduzione pianistica, per poi essere ricostruita, riorchestrata, riadattata ed arrangiata da Helmut Imig, in collaborazione con Lothar Prox.

Meisel, con alle spalle soltanto alcune musiche di scena per il teatro, qui alla sua prima (delle 5 complessive) esperienze cinematografiche, oltre a comporre la musica nell’arco d’una dozzina di giorni, da già una grandissima prova della sua capacità d’entrare letteralmente in simbiosi col linguaggio cinematografico, creando un qualcosa che forma un blocco inscindibile dal film, con grande soddisfazione dello stesso regista, tant’è che la cosa si ripeterà per il suo film successivo, “Ottobre”.

Se si pensa che “La corazzata Potiomkin” era nata priva di musiche originali, tanto che alla prima assoluta al Bolshoi di Mosca, fu accompagnata da una selezione di brani classici di Beethoven, Ciaikovski ed altri, il risultato ha ancora di più dell’incredibile, poichè la musica di Meisel, all’ascolto, sembra proprio nata assieme al film, anzichè a posteriori, come in realtà è, rendendo a questa pellicola un servizio senz’altro migliore, sia rispetto alla versione sonorizzata del ’49 con nuove musiche di Nikolai Kriukov (guarda caso Eisenstein era morto l’anno prima), sia a quella del ’76 che utilizza i movimenti d’alcune sinfonie di Shostakovich (anch’egli morto l’anno prima, nel ’75), le versioni del film commercialmente più diffuse, precedentemente al 2005.

Meisel, in questo frangente, pur non rinunciando a certe sue peculiarità stilistiche, ossia l’essere ritmicamente vivace, ricco di dissonanze e di rumorismi, ed incline alla citazione (per esempio, nel corso della trenodia funebre per il marinaio ucciso da un ufficiale, si ode il canto “Vi zvertvoiu pali”, “Voi cadete con onore”, originariamente intonato da Lenin col suo seguito, nel rifugio di campagna di Razliv, quando venne a conoscenza dei tragici fatti accaduti il 9 gennaio 1905 nella piazza del Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo; questo canto verrà inserito da Shostakovich nel 3° movimento della sua 11^ sinfonia, dedicata proprio a tale evento; ma era già stato utilizzato da Britten in una sua composizione per ottoni e percussioni del ’36, “Russian Funeral”), dà al contempo prova di notevole camaleontismo, risultando idiomaticamente russo come più non si potrebbe!

Le musiche di Edmund Meisel per “La corazzata Potiomkin”, saranno trasmesse nella puntata di giovedì 6 maggio all’orario usuale, nell’esecuzione della Deutsches Filmorchester di Babelsberg (55 elementi), diretta da Helmut Imig (che venne qui a Bologna a dirigere questa partitura con l’orchestra del Comunale, qualche anno fa, nell’ambito della rassegna “Il Cinema Ritrovato”).

“Un tocco di classico” va in onda ogni giovedì alle ore 24, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-