Eh già, è proprio attraverso Kickstarter che venne avviata, il 22 novembre 2017, una campagna di “crowdfunding”, ossia di raccolta fondi in rete, per poter raggranellare soldi sufficienti al fine di giungere felicemente alla prima registrazione discografica in digitale completa, della partitura di Miklos Rozsa per “The King of Kings”, film biblico del 1961 di Nicholas Ray, con Jeffrey Hunter come protagonista. Ricordo che seguii con una certa trepidazione l’evolversi della faccenda (anche questa volta il primo a metterci dei soldi, fu lo stesso produttore discografico, James Fitzpatrick).
Per la Tadlow, che aveva già in catalogo sia “Ben Hur” che “Quo Vadis”, era un punto d’onore, giustamente, completare la triade che costituisce l’opus magnum del compositore d’origine ungherese e per fortuna, essendo questa particolare tipologia di raccolta di denaro un azzardo in sé, la faccenda in questo caso si concluse felicemente (questo genere di progetti discografici è veramente molto dispendioso e poco remunerativo, per molteplici ragioni, reggendosi prevalentemente sulla passione profusa dai suoi stessi realizzatori, come già feci rilevare in precedenza), giungendo quindi alla registrazione completa dei numerosi brani costituenti la partitura, in 2 serie di sessioni, avvenute nel novembre 2018 e nel gennaio 2019. Purtroppo, a ritardarne l’uscita nel mercato, influirono principalmente un paio di fattori, il primo costituito dalla tragicommedia pandemica di un triennio fa, ed il secondo causato da una malattia rara ed incurabile che affliggeva periodicamente il produttore discografico, Fitzpatrick, che lo faceva passare da periodi di iperattività, ad altri in cui piombava in uno stato di totale incoscienza ed inerzia, come ebbe egli stesso a dichiarare in un messaggio pubblico in rete.
Nel settembre del 2020, la faccenda si sblocca e questo progetto discografico approda concretamente in formato fisico, divenendo disponibile sul mercato (previa distribuzione, nei 2 mesi precedenti, ai vari sottoscrittori). Ahimé, però, questa produzione ha anche segnato il canto del cigno di questa casa discografica, come dimostrato dalla verifica odierna che ho testè effettuato sul suo sito internet, fermo da allora su quest’ultimo titolo! Ennesimo segnale della grave crisi che imperversa su codesto settore, soprattutto quando non si viene fagocitati dai grossi gruppi multinazionali, come già successo a parecchie altre etichette del genere, francamente è difficile dire quale sorte sia la peggiore!
Questa incisione, in onda nella puntata di giovedì 26 ottobre al consueto orario, in 2 parti divise da un breve intervallo, per circa 143 minuti di musica complessivi, è basata sulla ricostruzione e riorchestrazione della partitura ad opera di Leigh Philip (le orchestrazioni originali sono ad opera di Eugene Zador, collaboratore abituale di Rozsa). Per questa colonna sonora, Rozsa ottenne solo la candidatura all’Oscar, a differenza di quanto avvenuto un paio d’anni prima con “Ben Hur”, pur dimostrando ulteriormente la sua totale affinità con questo tipo di soggetto che, oltre a quello storico-mitologico, gli è senz’altro particolarmente congeniale. Le considerazioni musicali già fatte in precedenza per “Ben Hur”, si possono applicare in toto pure a questa musica, che mostra altrettanta felicità inventiva e fantasia.
L’ esecuzione è nuovamente affidata al Coro ed all’ Orchestra Filarmonica della Città di Praga diretti da Nic Raine (maestra del coro Miriam Nemcova), con Lucie Svehlova al violino e Marek Einzac al violoncello, ed è stata ripresa agli Smecky Musical Studios di Praga e pubblicata in doppio cd dalla Tadlow.
“Un tocco di classico” va in onda su Radio Città Fujiko, ogni giovedì alle ore 24, in streaming ed in fm 103.1 mhz.
—- Gabriele Evangelista —-