Approvato il maxiemendamento del Pd che boccia 35 mila modifiche e rende sempre più vicina l’appovazione dell’Italicum. La minoranza non ci sta e accusa Renzi di essersi gettato in pasto a Berlusconi.

Con un grande balzo, non a caso la proposta del maxiemendamento del senatore Pd Stefano Esposito è stata chiamata “super canguro“, l’Italicum si sta facendo sempre più largo. Sono stati 175 infatti i sì, e 110 i no, alla riscruttura del testo della legge elettorale per il Senato che in un sol colpo ha spazzato via 35 mila emendamenti. Ora ne rimangono ancora 12 mila, e poi, stando a quanto si auspica Renzi (se avverrà, nrd), il Senato approverà l’Italicum in meno di 72 ore

Sono stati 22 i senatori della minoranza Pd che hanno votato contro questo maxiemendamento, tra cui Sergio Lo Giudice: “Abbiamo votato contro il super canguro per motivi metodologici e di contenuto. Questo emendamento introduce una serie di principi generali a cui il testo dovrà uniformarsi, quindi affossa le potenzialità emendative del Parlamento sui i punti fondamentali della riforma”. Così dunque gli elementi fondamentali dell’Italicum non saranno emendabili a causa dell’approvazione del testo di Esposito.

L’altro motivo, in questo caso di contenuti, che non soddisfa la minoranza Pd riguarda il fatto che, con questa legge, i cittadini potranno scegliere solamente il 40% del Parlamento con il sistema delle preferenze. “Con la storia che i 100 collegi avranno i capolista bloccati si determinerà che il 60% dei nuovi eletti sarà selezionato attraverso questo sistema, e non dai cittadini – afferma Lo Giudice -. Tutto ciò impedisce quindi una reale selezione: avremmo voluto superare questo porcellum, ma speriamo in qualche miglioramento una volta che il testo tornerà alla camera”.

Per la minoranza Pd si è voluto dare a questa legge un taglio politico, facendola approvare a tutti i costi. “Ci saranno altri canguri – continua Lo Giudice -, e sicuramente fra poche ore questa legge passerà anche se rappresenta un’ occasione mancata di ridare al popolo sovrano lo scettro della scelta dei propri rappresentanti”.

“Si tratta di un trucco parlamentare – prosegue Corradino Mineo, senatore della minoranza Pd -, un atto di arroganza. Renzi, quando nessuno sapeva di questo emendamento, ha deciso di farlo approvare comunque, dandosi in pasto a Berlusconi ed imponendo il patto del Nazareno”. Ma se questo atto di Renzi, di imporre una legge senza cercare la mediazione all’interno del proprio partito, rappresenta un gesto di prevaricazione, dall’altra, però, nemmeno la minoranza Pd sembra seguire una linea precisa. Da una parte approva il Job’s act, e dall’altra boccia l’Italicum.

Francesca Candioli