Il Cassero lgbtq+ center di Bologna non parteciperà a “Una piazza per l’Europa”, la manifestazione lanciata da Michele Serra che si terrà il 15 marzo a Roma. A differenza di altre realtà del movimento, in particolare Arcigay, il centro lgbtq+ di Bologna ritiene che la manifestazione abbia un rapporto ambiguo con il piano di riarmo annunciato da Ursula von der Leyen, senza una vera e propria piattaforma chiara, ed è sembrata una risposta sciovinista e identitaria del momento.
«Se e quando ci siamo sentite europeiste, è stato contro i nazionalismi di destra e contro le frontiere, e per un avanzamento dei diritti sociali e civili – si legge in un comunicato del Cassero – Quella manifestazione non ha niente a che fare con questi valori, e ci sembra anzi espressione di un nazionalismo e di una corsa al rafforzamento delle frontiere, con cui noi non vogliamo avere niente a che fare. Con cui le lotte del movimento lgbtqia+ non hanno niente a che fare».

Il Cassero si smarca dalle realtà lgbtq che hanno aderito alla manifestazione del 15 marzo

Ai nostri microfoni Camilla Ranauro, presidente del Cassero, chiarisce ulteriormente la posizione. «C’è stato un dibattito interno al movimento lgbtq+ che purtroppo si è esaurito troppi in fretta – osserva Ranauro – L’adesione di varie realtà del movimento lgbtq+ è arrivata già la settimana scorsa e non la condividiamo».
La presa di parola del Cassero, dunque, pone una domanda: per che tipo di Europa si scende in piazza? «Insieme ad Arci, insieme ad Anpi e, in fondo, anche alla Cgil che ha ritrattato la sua posizione, diciamo che questa non è la nostra piazza e che noi non siamo assolutamente per un piano di riarmo dei singoli stati, soprattutto di un piano di riarmo che va a tagliare la spesa sociale».

Ranauro precisa che le realtà lgbtq+ che hanno aderito sono liberissime di farlo. «So che c’è un dibattito interno e, da quel che so, probabilmente ci sarà anche una presa di posizione che chiarisce alcune cose, perché l’adesione è stata molto repentina – osserva la presidente del Cassero – Questo ci fa piacere, ci fa piacere sapere che c’è una forma di dibattito interno, tuttavia noi, in un momento come questo, sentiamo di doverci distanziare fortemente perché non è il tipo di movimento lgbtq+ di cui ci sentiamo parte».

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