Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo firmato dal Coordinamento Precariə Scuola Bologna sui problemi generati dalla gestione delle supplenze attraverso un algoritmo. Lo strumento fu introdotto durante la pandemia e ha lo scopo di rendere efficiente il meccanismo delle supplenze, ma è foriero di ingiustizie che investono 200mila lavoratrici e lavoratori.
Oltre al malfunzionamento, attorno all’argoritmo c’è anche un problema di trasparenza su quali criteri segua. In altre parole, l’assegnazione delle cattedre a scuola segue la logica alla base delle piattaforme di delivery, causa della lotta dei riders, i ciclofattorini delle consegne a domicilio.

La lettera del Coordinamento Precariə Scuola Bologna contro l’algoritmo

Lo scorso maggio ci siamo recati all’Ufficio Scolastico Provinciale (USP) di Bologna per presentare le nostre critiche all’attuale sistema di attribuzione delle supplenze dalle Graduatorie Provinciali di Supplenza (GPS). Il sistema introdotto nel 2020 perché l’attribuzione delle cattedre agli aspiranti insegnanti, che prima era fatta in presenza, fosse svolta “a distanza” a causa della pandemia. Il sistema basato sul famoso algoritmo, che il Ministero dell’Istruzione ha fatto sviluppare appositamente. Il sistema che ogni anno decide la sorte di 200 mila precari: un quarto di tutto l’organico della scuola italiana.

Oggi osserviamo gli effetti delle storture e delle rigidità che le nostre critiche avevano sottolineato. Persone che lavorano a scuola da molti anni vengono di fatto “licenziate” da un algoritmo opaco e esternalizzato, studenti che rimangono senza lə loro prof in barba alla continuità didattica, precariə che pur avendone diritto, non ottengono la cattedra più vicina e sono costrettə a pendolare a 60 km ogni giorno. E tutto ciò non per colpa di chi insegna e delle loro scelte, bensì a causa della rigidità del sistema e della sua incapacità di gestire le rinunce oltre che a causa delle preferenze sulle scuole espresse, da ciascun precariə, “al buio”, ovvero senza conoscere le reali disponibilità. Tutto questo a causa della concomitanza (mal gestita) dell’attribuzione dei posti dal concorso e delle supplenze da GPS e a causa di un sistema che mette al centro l’efficienza e il risparmio, a discapito della giustizia e del diritto di chi insegna di scegliere e di lavorare.

Avevamo sollevato queste critiche e previsto i soliti esiti disastrosi già quattro mesi fa: lo facemmo direttamente all’USP di Bologna con un presidio e un incontro avvenuti il 25 maggio 2023. Avevamo proposto perciò il ritorno alle nomine in presenza, che l’USP di Bologna era riuscito a organizzare dal 2016 al 2019 proprio grazie al passato lavoro del Coordinamento.

Convocazioni in presenza che risolverebbero totalmente il problema delle rinunce e delle preferenze espresse al buio. Ci era stato detto a maggio scorso che la scelta del Ministero era irrevocabile, in nome della maggiore efficienza del nuovo sistema e dei fondi investiti in un algoritmo al momento impossibile da visionare pubblicamente. E ci era stato fatto notare, sempre in quell’occasione, che le nostre richieste fossero anacronistiche, perché il nuovo sistema garantisce, secondo l’USP e il Ministero, maggiore efficienza.

Ma ci chiediamo: efficienza per chi? E a discapito di chi? E poi, può essere l’efficienza il criterio esclusivo che determina le nomine di chi insegna a scuola come supplente? E giustizia, diritto, cura? Una scuola migliore parte anche da qui. Dalla giostra che ogni estate riempie le cattedre vuote nelle scuole. E quando leggete che tutto va bene e funziona, che il sistema è efficiente e il 90% delle posti vacanti è stato riempito al 1° di settembre, chiedetevi “come” è stato fatto. E “in nome di cosa”.

Per tutti questi motivi siamo anche solidali con la lotta dellə colleghə insegnanti di Milano che per protesta contro gli errori prodotti dall’algoritmo nella provincia di Milano non sono riuscitə a ottenere una supplenza quest’anno e quindi hanno simbolicamente occupato il tetto dell’USP di Milano con le tende. Inoltre la solidarietà totale da parte nostra va anche per il loro rifiuto, giustamente con sdegno, di ogni vergognosa proposta di garanzia di cattedre al di fuori della procedura standard, al fine di fermare le proteste.

Coordinamento Precariə Scuola Bologna

ASCOLTA L’INTERVISTA A SANDRO CIARLARIELLO DEL COORDINAMENTO: