Sabato 2 ottobre 2021, Casa Morandi, la dimora-studio che fu dell’artista Giorgio Morandi, apre le sue porte all’inedito progetto espositivo di Stefano W. Pasquini. La mostra, curata da Lorenzo Balbi, direttore del Museo MAMbo di Bologna,è accompagnata dall’emozionante titoloWhere does your memory go? // Dove va la tua memoria? che da solo anticipa allo spettatore il tema intorno al quale Pasquini ha strutturato il suo intervento. Definiamo emozionante questo titolo perché ha il potere immediato di condurci in una dimensione intima e personale. Quella del ricordo, della memoria appunto, che lega ciascuno di noi ai propri cari, alle persone vicine o anche solo a quelle casualmente incontrate, invitandoci a non dare per scontate le strade e gli incroci che la vita ha tracciato. Non solo, la domanda pone in sé anche il tema della sovrapposizione di tante e diverse memorie, non ultimo quello dell’oblio, dell’abbandono del pensiero.

Abbiamo chiesto a Stefano, artista, curatore e scrittore, e anche conduttore, insieme a Chiara Pergola, al lunedì dalle 19 alle 20, del programma fondato assieme a Fedra Boscaro Coxo Spaziale, di raccontarci un po’ Where does your memory go? // Dove va la tua memoria?.

Da dove ti è venuta l’idea di fare una mostra sulla memoria?

SWP: È da qualche anno che mi pongo la domanda che dà titolo alla mostra, ovvero “Dove va a finire la nostra memoria?”. L’idea è partita qualche anno fa, quando ho chiesto a mio padre di raccontarmi cosa ricordava di suo nonno, e ad un certo punto non gli veniva in mente il suo nome. Ora mio padre soffre di demenza senile e non ricorda più nulla, ma questo episodio mi ha fatto scattare questa idea di recupero… trovo sia davvero un peccato che i nostri avi vengano dimenticati, e che nulla o quasi rimanga del loro carattere, di quello che avevano fatto nella loro vita, dei loro sogni, poi magari noi abbiamo ereditato il loro modo di camminare, la loro forza di pensiero…chissà.

Questa tua volontà di preservare i ricordi delle persone lo stai sviluppando con un altro progetto che non è parte integrante di questa mostra…

SWP: Esatto, anche se questa mostra in un certo senso è influenzata da questo progetto. The Book of People al momento è visibile in forma di sito web (www.thebookofpeople.net) ma è il progetto di un libro d’artista composto da cento ritratti dipinti da me, di persone che sono state raccontate da chiunque voglia partecipare. Al momento ho terminato una trentina di ritratti, e ne ho altrettanti da compiere, dunque il progetto andrà avanti ancora per un anno o due. Con questo libro voglio dare voce a persone che sono ricordate dai loro amici e famigliari, e devo dire che la cosa più gratificante è questo affetto diffuso in tutte le storie raccontate. In fondo, chi non ha voluto bene a qualcuno?

Torniamo alla mostra, cosa troveremo a Casa Morandi?

SWP: Ci saranno tre dipinti alti due metri, uno di mio nonno paterno, Mario Pasquini, di cui so pochissimo, perchè è morto prima che nascessi, un altro di mia nonna materna, Lia Fava, a cui sono stato molto affezionato e con cui ho sempre avuto una grande affinità di carattere, e l’ultimo invece è un tributo a Giorgio Morandi con una delle sue bottiglie affiancata da un ritratto di mia mamma da bambina. Lei stessa appare anche nella pubblicazione che accompagna la mostra, Obsolete Shit #36, che vede sia la foto originale, che un’opera compiuta da mia mamma a 13 anni per la scuola, un ciclamino rosso, che un po’ mi ha ricordato Morandi. Inoltre alcuni oggetti della storia della mia famiglia sono inclusi tra quelli dello studio di Morandi, proprio per sottolineare quanto la nostra memoria possa essere ingannevole, o semplicemente si modifica nel tempo.

Che cos’è questo Obsolete Shit?

SWP: È un progetto di zine che ho cominciato nel 2008, col numero #7, per poi continuare con numeri e formati casuali o simbolici. In questo caso il numero è il 36 perchè la casa di Giorgio Morandi è al numero 36 di via Fondazza. Il titolo vuole sottolineare il paradosso dell’arte, che al giorno d’oggi è spesso pensata come a una cosa obsoleta, ma di cui l’uomo ha bisogno da sempre, da quando ha cominciato a disegnare con bastoncini bruciati sulle pareti delle grotte, prima ancora di saper scrivere, parlare, ballare, pregare o fare tante altre cose che ora ci sembrano molto più importanti dell’arte. In queste zine partecipano artisti e non artisti insieme, in modo orizzontale, e l’unica dicitura che è presente in tutti i numeri è “Manda materiale non richiesto a obsoletesh@gmail.com”, per cui tutti possono partecipare a questo progetto di ricerca di libertà estetica. In questo caso ho voluto che una copia fosse regalata a chiunque venisse a visitare questa mostra, e ho chiesto ad amici artisti di mandarmi immagini o parole ispirate alla loro idea di memoria o a Giorgio Morandi.

La mostra sarà visitabile fino al 24 ottobre 2021.

http://www.mambo-bologna.org/museomorandi/mostre/mostra-318/